Scuola, i ragazzi bocciano i banchi a rotelle: «Impossibile scrivere o disegnare»

I ragazzi bocciano i banchi a rotelle: «Impossibile scrivere o disegnare»
Piccoli e scomodi, per ora i banchi con le rotelle non raggiungono la promozione. Sono arrivati i primi, nelle scuole che ne hanno fatto richiesta, ma i giudizi sembrano...

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Piccoli e scomodi, per ora i banchi con le rotelle non raggiungono la promozione. Sono arrivati i primi, nelle scuole che ne hanno fatto richiesta, ma i giudizi sembrano bocciarli. Per diversi motivi. A cominciare dalle dimensioni: «Se ci sono alunni alti, non ci entrano». A dirlo è il sindaco di Codogno, Francesco Passerini, durante una visita in una delle scuole dell’Istituto comprensivo Ognissanti, che ha già i banchi in dotazione. Le prime consegne, infatti, hanno interessato le aree maggiormente colpite dall’emergenza Covid, proprio come il paese del Lodigiano. Proprio per farle ripartire in sicurezza. Ma questa volta a rimetterci potrebbe essere la schiena; lo spazio per le gambe è ridotto e, effettivamente, un ragazzo un po’ più alto potrebbe dover trascorrere la mattinata con le gambe distese in avanti perché sotto al banco proprio non ci stanno. 


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A non convincere sono anche le dimensioni dello scrittoio: piccolo e instabile. Appoggiandocisi sopra con il gomito, si piega e comunque si muove. Se poi ci si mette sopra anche il vocabolario, la frittata è fatta. Ma allora, quando il vocabolario verrà usato durante il compito in classe, che succederà? Il problema non è solo il peso e la mancata stabilità ma anche lo spazio: un foglio a righe, ad esempio per scrivere la traduzione dal greco o dall’inglese, e un dizionario aperto, insieme, proprio non ci stanno. Eppure ne devono arrivare 400mila, tante sono le richieste in tutta Italia, sui 2,4milioni complessivi dove a fare la parte del protagonista è il vecchio banco monoposto tradizionale. Come si farà allora? 

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Durante i compiti in classe i ragazzi dovranno andare nelle classi con i banchi monoposto di legno? Una lezione tradizionale, su quelle sedute, potrebbe rivelarsi scomoda. Se poi si riflette sulla durata delle giornate scolastiche, si arriva ad immaginare 8 ore al giorno seduti in quel modo. Non serviranno solo nei laboratori o nei lavori di gruppo ma anche durante le lezioni classiche. Nell’imbarazzo generale, dalla scuola spiegano: «Non li abbiamo collaudati, speriamo che dal ministero li abbiano mandati a norma». In effetti le scuole, prenotando i banchi monoposto, non hanno avuto la possibilità di scelta.

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Quindi di fatto non li hanno potuti provare per valutarne l’efficienza o la comodità. E adesso, con le prime consegne, arrivano i primi problemi e i dubbi su come utilizzarli. Uno spazio così ridotto per scrivere, infatti, potrebbe mettere in difficoltà anche i ragazzi che a lezione devono disegnare usando le squadre, il compasso o i pennelli. Non solo negli istituti professionali o nei licei artistici, ma anche nelle scuole medie dove i disegni tecnici ed artistici sono molto presenti: già solo squadrare un foglio sul ripiano mobile potrebbe non essere semplicissimo. Insomma, su un banco di scuola spesso non c’è solo un quaderno e la penna. 
E così, alle polemiche iniziali sui costi e sulle rotelle utilizzate dai ragazzi per giocare, si aggiunge ora il giudizio di scomodità.

 
Per il momento sono pochi quelli già consegnati, basti pensare che dei 2milioni e 400mila banchi monoposto richiesti dalle scuole, ne sono arrivati solo 400mila. Le consegne vanno avanti in queste ore ma solo una parte di questi hanno le rotelle, gli altri sono tradizionali. Con le gambe ben piantate a terra. La caratteristica delle rotelle permetterebbe, in classe, di portare avanti una didattica che non preveda essenzialmente la lezione frontale. Con i banchi agili, infatti, è possibile organizzare facilmente lavori di gruppo, laboratori e strategie didattiche innovative. Ma per farlo servono docenti preparati a questo e, soprattutto, ci si potrebbe aiutare con i problemi di spazio usando la tecnologia. Lavorando su un tablet, ad esempio, lo scrittoio non sembrerebbe così piccolo.

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Ma le scuole, su questo fronte, non sono adeguatamente preparate. Si è visto bene soprattutto nelle prime settimane di didattica a distanza. Bisognerebbe capire allora se quei 400mila banchi con le rotelle andranno nelle poche scuole pronte per usarli. Altrimenti si rischia di rivivere il flop delle Lim: era il 2006 quando nelle scuole sbarcò l’allora misteriosa lavagna multimediale interattiva. Nessuno sapeva usarla né sfruttarne le potenzialità. In troppi casi soprattutto i primi anni, restò chiusa nello scatolone. Ma una volta entrata nell’uso quotidiano delle classi, non in tutte ovviamente, l’idea della lavagna multimediale era già superata. 
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Il Mattino