Una cosa è essere da solo sulla graticola. Un'altra cosa è condividere i carboni ardenti, anche dal punto di vista giudiziario, con gli atri. Il siamo tutti...
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Arrivano feedback positivi al capo leghista da parte di Di Maio e dei vertici M5S sul voto in Giunta, ma non può arrivare nessuna certezza sul voto preliminare dei militanti nella piattaforma Rousseau e «non sappiamo se Luigi controlla la base», confida un big del Carroccio. In questa atmosfera di sospensione e di attesa, Salvini ha trascorso il sabato in relax milanese, facendo i compiti con la figlia e aiutandola nella grammatica (scrivi una parola con la lettera P e il genitore posta lo svolgimento su Twitter: «Porta, paletta, pino, pescare...»). Ma la situazione è delicata. Tanto è vero che la linea che si è data la Lega è quella della prudenza. Riassumibile così: non accendere polemiche con i 5 stelle, evitare provocazioni, non minacciare la crisi di governo in caso di pollice verso digitale. E soprattutto - come racconta uno degli uomini più vicini al Capitano - «dobbiamo sinceramente rispettare il travaglio di M5S. Loro non hanno mai detto no a una richiesta dei magistrati e si trovano in una situazione nuova e delicata. Hanno capito che stavolta non c'è un atto di peculato ma un atto politico e di difesa dell'Italia su cui esprimersi, e noi dobbiamo accompagnare responsabilmente questa svolta importante».
Ma la svolta ci sarà? Nell'establishment 5 stelle si fa questa previsione sul voto on-line. Un 60 per cento di probabilità per il No all'autorizzazione a procedere e un 40 per cento per il Sì. Numeri che potrebbero avere qualche fondamento. E che si basano su questa sensazione di chi conosce nel profondo il movimento: più si sale verso il Nord e più i militanti M5S (già un po' salvinizzati?) sarebbero orientati a salvare il leader del Carroccio; mentre più si scende al Sud - e la Campania di Fico in questo ha un ruolo super-combat, ma anche la Puglia che si sente particolarmente tradita dalle svolte governiste di Di Maio - e più il richiamo della foresta identitaria della base potrebbe inguaiare il ministro dell'Interno.
Quindi vincerà il No? Aspettiamo e vediamo, è il mood di Salvini. Il quale per effetto della clamorosa novità giudiziaria di ieri - Conte, Di Maio e Toninelli indagati dal procuratore Zuccaro - è in una situazione molto meno debole di prima. Il siamo tutti sulla stessa barca vale come una sorta di blindatura, o almeno come un salvagente forse previsto dal vicepremier. E un problema non da poco per i dissenzienti M5S a Palazzo Madama - la Nugnes, la Fattori, Morra e una decina di colleghi - che sono sul piede di guerra. Dicono: anche se il voto su Rousseau salva Salvini, noi in aula lo affossiamo lo stesso. Ma come faranno i pasdaran grillini a mandare il leader leghista a processo e a difendere subito dopo dal processo Conte, Di Maio e Toninelli? Salvini è convinto di uscire bene da questo guazzabuglio e ieri sera infatti, entrando a San Siro per tifare Milan contro l'Atalanta, sfoggiava un sorriso non ancora pieno, ma quasi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino