CASALNUOVO - Lutto cittadino, ma nessun funerale di Stato per Gennaro Sarnataro, il camionista 43enne di Casalnuovo che ha perso la vita a Genova, tra le macerie del Ponte...
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«Sabato per la città di Casalnuovo sarà una giornata di preghiera - è il commento del sindaco di Casalnuovo Massimo Pelliccia -. Non ci sono parole per descrivere il dolore di questa famiglia, dell'intera comunità che si stringe tutta attorno a loro. Non si può perdere la vita così: Gennaro sarebbe dovuto tornare a casa per godersi qualche giorno di vacanza insieme alla sua famiglia e invece ha trovato tragicamente la morte». Dolore e tanta rabbia sono i sentimenti che si rincorrono in città. Una rabbia che molti hanno deciso di affidare ai social network lasciando commenti proprio sulla bacheca della vittima.
«È strana la vita - scrive Rosaria - ora ci sei e dopo non ci sei più». Una frase che a rileggerla fa rabbrividire perché racchiude il destino, tanto sconosciuto quanto tragico di Gennaro che, solo pochi istanti prima del crollo, come era solito fare durante le lunghissime traversate a bordo del suo tir, scambiava battute con amici e colleghi di sempre. Lui si occupava di trasporto di ortofrutta e stava rientrando in Italia dalla Francia.
Il 14 agosto, alle 9.55, aveva scritto su Facebook: «Comunque vi assicuro che dal vivo sono meglio delle stronzate che scrivo». L'ultimo messaggio, una manciata di secondi prima di venire inghiottito dal vuoto, era stato un cordiale buongiorno seguito da tre faccine sorridenti. Una tempistica che aveva fatto sperare, tanto che qualcuno ha pensato che la notizia della sua morte fosse una bufala. Ma poi la dura realtà non si è fatta attendere.
Sarnataro, autotrasportatore per la Ital France Logistic di Scafati, rientrava da Albenga, da uno dei suoi soliti viaggi che per alcuni giorni lo tenevano lontano dalla amata moglie, dal figlio e dalla figlia che anche questa volta lo attendevano, magari sognando qualche giorno di spensierate vacanze in riva al mare. Lungo quella strada che doveva condurlo dai suoi cari, però, Gennaro ha trovato la morte. Una assurda morte. Agghiacciante il suo destino, saltato fuori da una foto che in un lampo ha fatto il giro del mondo. Un cumulo di macerie, pezzi di piloni misti a ferro consunto e carcasse di auto accartocciate e, tra tutte, l'immagine nitida del camion di Gennaro, riconoscibile dalle scritte con il nome dell'azienda. Pochi caratteri che hanno purtroppo messo fine a ogni dubbio.
Il corpo è stato estratto quando Sarnataro era ancora vivo, ma in condizioni disperate, a causa di una gravissima emorragia cerebrale. Poco dopo il trasferimento all'ospedale San Martino, il suo nome è finito nella già lunga lista di vittime della tragedia di Ferragosto. A Genova, per il riconoscimento, sono arrivati i parenti distrutti dal dolore e impotenti.
La famiglia di Gennaro è una famiglia di autotrasportatori, abituata a macinare chilometri e a fare i conti con le strade, spesso in condizioni precarie. «Sono tante le infrastrutture a rischio che percorriamo spiegano - quella di Genova non è l'unica, ma è stata una tragedia annunciata. Gennaro era un grande lavoratore, una persona perbene». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino