Una giovane reporter scomparsa, un inventore bugiardo, un sottomarino che affonda, il cadavere decapitato di una donna in mare. Ogni aspetto di questa storia sembra essere...
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Tutto è iniziato il 10 agosto, quando Kim si è imbarcata su un mini-sottomarino privato costruito dal 46enne Peter Madsen, inventore del «Nautilus Uc3», conosciuto nel Paese con il nomignolo di "Rocket Madsen": da anni l'uomo spera di diventare il primo uomo a imbarcarsi su un razzo spaziale costruito da lui personalmente attraverso il crowdfunding. Il sottomarino era l'ultima invenzione che doveva essere al centro del reportage di Kim. I due si imbarcano, ma l'11 agosto il fidanzato della giornalista lancia l'allarme dopo non essere riuscito più a mettersi in contatto con lei. Scattano le ricerche e si riesce a stabilire un contatto radio: Madsen spiega che hanno avuto dei problemi tecnici, ma nulla di grave. Da lì a poco il sottomarino, 40 tonnellate di peso e 18 metri di lunghezza, si inabissa. Madsen si salva, di Kim non c'è alcuna traccia.
È lì che il giallo si infittisce, a causa delle diverse versioni fornite dall'inventore agli investigatori. In un primo momento racconta di averla fatta sbarcare, dopo l'intervista, su un’isoletta vicino a Copenaghen. Lunedì la versione dei fatti cambia: Madsen rivela che la donna è morta in un incidente sul sottomarino e che lui ha lasciato il corpo in mare. Intanto, durante le operazioni di ricerca, il sommergibile viene recuperato dopo essersi inabissato nella baia di Koge, a sud di Copenaghen, ma Kim non viene ritrovata. La polizia, a quel punto, blinda le immagini e le notizie fanno fatica a trapelare, mentre rimangono senza risposta un mucchio di domande: se davvero è stato un incidente, perché l'uomo non ha chiamato la polizia? Perché non ha portato il suo corpo a riva? Perché inizialmente ha detto di averla lasciata su un isolotto?
Lunedì sera un nuovo tassello si aggiunge al puzzle: il torso di una donna, senza testa, gambe e braccia, viene ritrovato su una riva a sud di Copenaghen. «È troppo presto per dire se sia Kim Wall - ha detto Jens Moller, a capo delle indagini per la polizia di Copenaghen - Il torso è stato in acqua per un po' di tempo e l'identificazione potrebbe richiedere giorni». E mentre Madsen rimane in carcere con l'accusa di omicidio colposo, si fa avanti prepotentemente l'ipotesi di un tentativo di insabbiamento: solo l'inventore sa cosa è successo su quel sottomarino. E solo lui sa se lo ha deliberatamente mandato a picco per nascondere ciò che era accaduto a bordo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino