Al Senato il decreto Mezzogiorno: dal Cipe nuove risorse alle pmi, si riapre il nodo Flixbus

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Il clima per ora è buono. Lo aveva auspicato l'altra mattina nel Forum in sala Siani al Mattino il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio de Vincenti. E ieri quando il decreto per il Mezzogiorno ha fatto il suo debutto nella Commissione Bilancio del Senato le prime sensazioni sono risultate in linea con i desiderata del professore. La discussione generale è iniziata senza particolari tensioni e questo potrebbe indicare un'approvazione rapida del testo nel quale sono previste misure esclusivamente per il Sud e i suoi giovani, come De Vincenti ha spiegato nell'incontro al giornale.

 
L'iter però non sarà del tutto una passeggiata. Sono circa 760 gli emendamenti presentati ai quali si aggiungono 50-60 ordini del giorno. Diverse le modifiche proposte al testo anche dai gruppi di maggioranza, Pd e Ap. Secondo quanto riferito dal capogruppo Pd in Commissione, Giorgio Santini, il suo gruppo oltre a modifiche su misure già presenti nel decreto, punta ad introdurre un finanziamento per le Province «fra i 50 e i 100 milioni, ma più vicino ai 100». Altri temi posti sul tavolo dai Democratici sono la clausola sociale per gli appalti nei trasporti; norme sul terremoto che ha colpito lo scorso anno l'Italia centrale; e la questione «Flixbus». Il Pd in sostanza vuole riaprire il capitolo concorrenza nel trasporto pubblico dopo che sul testo predisposto dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda nell'ambito della «manovrina» correttiva, chiesta da Bruxelles, era intervenuto - non senza malumore dello stesso ministro - un improvviso e inaspettato stop proprio da parte della maggioranza di governo («In questo momento non c'è molta voglia di concorrenza in questo Paese» aveva sbottato Calenda).

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Il Mattino