Madrid. Un filo rosso collegherebbe una cellula di presunti jihadisti in Catalogna e alcuni degli arrestati in Belgio per gli attentati nella metropolitana e...
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Un traffico di droga all’origine dell’indagine che, secondo fonti dell’intelligence spagnola, ha preso le mosse dalla denuncia anonima di un cittadino e potrebbe portare a nuovi sviluppi. Una dozzina di perquisizioni sono in corso da questa mattina a Barcellona e nei comuni dell’area metropolitana di L’Hospitalet de Llobregat, Santa Coloma de Gramanet, Ripollet, Cornellá de llobregat e Masquefa.
Gli otto arrestati hanno tutti fra i 31 e i 39 anni e, secondo quanto ha spiegato in dichiarazioni radiofoniche il maggiore dei Mossos d’Esquadra - la polizia catalana - Josep lluis Trapero, non si limitavano all’arruolamento di nuovi combattenti della jihad nei social network. “Si tratta di qualcosa di più. A partire dal materiale trovato potremmo cambiare l’accusa nei confronti di alcuni di loro”, ha spiegato l’ufficiale. Gli otto detenuti, che in apparenza non avevano rapporti fra loro, farebbero invece parte di un’unica pericolosa cellula terrorista. Le perquisizioni sono state estese ad alcune località del Marocco, di dove sono originari gli arrestati. Nell’operazione, diretta dalla sesta sezione centrale dell’alto tribunale dell’Audiencia Nacional, competente per i crimini di terrorismo, sono stati mobilitati 350 agenti della polizia catalana, assieme a colleghi della polizia federale belga, operativi sul territorio spagnolo.
E’ la terza retata anti-terrorista realizzata in Catalogna dall’inizio dell’anno. Lo scorso 22 marzo erano stati attestati due uomini accusati di attività hijadiste; mentre il 5 aprile a finire in manette è stata una donna, a Terrassa, sospettata di arruolare giovani combattenti da inviare in Siria nelle file del Daesh.
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Il Mattino