Del Rio: «Il Sud non è la Grecia ma deve correre più in fretta. Ripresa arrivata, via ai cantieri già finanziati»

Del Rio: «Il Sud non è la Grecia ma deve correre più in fretta. Ripresa arrivata, via ai cantieri già finanziati»
Corre, Graziano Delrio. Corre in questi giorni da una parte all’altra d’Italia, da Palermo a Genova, perché, come dice lui stesso da tempo, «bisogna far correre il Paese....

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Corre, Graziano Delrio. Corre in questi giorni da una parte all’altra d’Italia, da Palermo a Genova, perché, come dice lui stesso da tempo, «bisogna far correre il Paese. Le opere si faranno, le risorse ci sono ma deve accelerare la macchina amministrativa, specialmente al Sud perché altrimenti non recuperiamo i ritardi e vanifichiamo i segnali di ripresa che ormai si vedono anche nel Mezzogiorno».




Cosa vuol dire nel concreto far correre il Mezzogiorno nel suo settore, i trasporti e le infrastrutture?

«Vuol dire consegnare entro le prossime 3-4 settimane i lavori preliminari delle linee ferroviarie Napoli-Bari-Taranto e Catania-Messina-Palermo. Vuol dire avviare subito i cantieri e utilizzare le risorse che abbiamo previsto nel Programma operativo concordato con l’Europa e negli stanziamenti già decisi in precedenza. Abbiamo investito 7-8 miliardi in queste opere, siamo pronti a spenderli».

Il rischio-annunci è dietro l’angolo, a prescindere dal suo impegno...

«La gente si accorgerà molto presto che sull’Alta velocità al Sud non scherziamo. Così come si renderà conto che gli impegni per velocizzare la linea Adriatica e la Tirrenica saranno portati a termine nei temi previsti».

Ma che senso ha realizzare l’alta velocità al Sud se non si arriva anche in Sicilia? Perché è contrario all’uso ferroviario dell’eventuale Ponte sullo Stretto?

«Ribadisco quanto ho già detto dopo l’approvazione della mozione alla Camera. Il governo valuterà l’opportunità di riesame della proposta, com’è giusto che sia, ma in questa fase abbiamo il dovere di concentrarci su opere prioritarie, strategiche. E quelle che le ho ricordato lo sono a tutti gli effetti». Sarà soprattutto il piano infrastrutturale da lei già definito in primavera a dare contenuto ai Patti che il governo vuole stringere con le Regioni e le città metropolitane del Sud?

«Il presidente del Consiglio ha voluto affidare a vari gruppi di lavoro, dall’ambiente al turismo, dallo Sviluppo produttivo alla cultura il compito di predisporre proposte ed esigenze per far ripartire il Sud. Le infrastrutture sono decisive per questo piano organico nel quale rientreranno le opere da noi indicate come utili e soprattutto realizzabili. Il nostro obiettivo è chiaro: dobbiamo far ripartire gli investimenti privati e pubblici, la nostra strada è obbligata».

Ma in che modo coinvolgerete Regioni e città metropolitane?

«Armonizzando i nostri progetti e le relative irrinunciabili scadenze, con le loro competenze. Faccio un esempio: il governo e le Fs hanno concordato di realizzare entro la primavera del 2017 la nuova stazione di Afragola, snodo strategico dell’alta velocità Napoli-Bari. Il governatore della Campania De Luca si impegnerà per quella stessa scadenza a garantire le opere viarie e ambientali necessarie ad assicurare il corretto funzionamento della linea regionale collegata».

Non teme che la macchina amministrativa, non solo in Campania, possa frenare quest’aspirazione?

«Ho detto che il problema esiste e bisogna affrontarlo. Ma so anche che esistono potenzialità nel Mezzogiorno che hanno bisogno di essere sostenute. Il distretto agroalimentare ha fatto registrare un aumento del 14% di export nel secondo trimestre e non ci sono tante altre realtà nel Paese che crescono a doppia cifra. La verità è che il clima sta cambiando e che paragonare il Sud alla Grecia non ha senso. Ci sono manifattura di qualità, turismo, portualità: come si fa a dire che il Mezzogiorno non ce la può fare?».



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