Di Maio insiste: «Insulti ai giornalisti? Non li ritiro. A Roma cambieremo tutto»

«Quando ce vò, ce vò», risponde il vicepremier Di Maio a Non è l'Arena, su La7, quando Massimo Giletti gli chiede una retromarcia sugli...

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«Quando ce vò, ce vò», risponde il vicepremier Di Maio a Non è l'Arena, su La7, quando Massimo Giletti gli chiede una retromarcia sugli insulti rivolti ai giornalisti (chiamati «infimi sciacalli») dopo l'assoluzione di Virginia Raggi nel processo per falso. E su Roma promette: «In cinque anni cambieremo tutto». Quindi ribadisce la linea dura con la Ue e annuncia due milioni per gli alluvionati, ricavati dal taglio dello stipendio ai parlamentari M5S.


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«Qual è il limite del dialogo con la Ue? Se ci chiedete di massacrare gli italiani per noi è no, si va avanti con la manovra, se ci dite tagliate più sprechi, trovate più risorse, ci può essere un dialogo» ma «il popolo italiano già dato troppo alle regole europee, è il momento di stargli vicino», dice il vicepremier rispondendo a una domanda sulla risposta a Bruxelles sulla manovra. Il leader M5S ha ricordato che Tria ha parlato di «manovra suicida» necessaria per il rispetto in toto delle regole Ue.

 «Noi parlamentari del Movimento 5 Stelle - ha sottolineato poi - continuiamo a tagliarci lo stipendio, da luglio a settembre taglieremo 2 milioni di euro a 300 parlamentari e li doneremo alle Regioni alluvionate. Sono un piccolo segnale ma per dire che ci siamo in prima persona. Non sono geloso di questa iniziativa, se i parlamentari delle altre forze politiche vogliono fare la stessa cosa noi ci siamo».


Capitolo Roma: «Abbiamo fatto una promessa ai romani che entro il mandato di cinque anni cambieremo tutto, perché i romani se lo meritano. Daremo più poteri al sindaco Raggi, daremo più fondi e cominceremo a sistemare», ha spiegato  Di Maio, assicurando che «ci saranno tutti gli investimenti nella legge di Bilancio. Non stiamo facendo debito, i fondi per le buche arriveranno, poteri ci saranno». Insomma, ha concluso, «siamo arrivati fin qui massacrati, vuoi vedere che adesso non ci arriviamo a fine mandato?».
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Il Mattino