Il Senato voterà mercoledì 20 marzo sul caso Diciotti-Salvini. I senatori, dalle 13, saranno chiamati infatti a pronunciarsi sulla proposta della Giunta delle...
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Migranti, crollo sbarchi nel 2019. Salvini: «Le espulsioni sono il quadruplo»
Un caso nato lo scorso agosto, che ha dato il via a un duro scontro politico, dopo la richiesta dei magistrati etnei di procedere nei confronti del ministro dell'Interno per 'sequestro di personà, in relazione alla vicenda Diciotti, la nave della guardia costiera italiana bloccata per cinque giorni di fronte al porto di Catania, con 177 migranti a bordo.
Da una parte la Lega che fa scudo al suo leader, con Forza Italia e Fratelli d'Italia in appoggio 'esternò, condividendo la scelta della linea dura di Salvini sui porti; dall'altra invece il Pd e la sinistra, che chiedono di concedere il via libera ai giudici e alcuni ex Cinque Stelle, che hanno già detto no al decreto sicurezza di Salvini, come Gregorio De Falco. I Cinque Stelle, che hanno vissuto un lacerante dibattito interno sulla vicenda, sono chiamati a difendere Salvini, spalleggiato dal premier Giuseppe Conte, oltre che dai ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli, che hanno presentato apposite memorie per condividere con il titolare dell'Interno la responsabilità del blocco della nave con a bordo i migranti.
Salvini gioca la carta della memoria con gli allegati di Conte e Di Maio-Toninelli (AdnKronos) - Dopo l'arrivo delle carte dei magistrati siciliani a Palazzo Madama, lo scorso 23 gennaio, la giunta per le autorizzazioni e le immunità, presieduta dal senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, inizia i suoi lavori, per arrivare al voto sulla richiesta di procedere per il ministro Salvini. Sul tavolo di Sant'Ivo alla Sapienza, sede della giunta, il titolare dell'Interno, dopo aver fatto sapere che avrebbe chiesto di non dare il via libera al processo, manda una sua 'memorià che spiega come la scelta di non far sbarcare subito i migranti fosse legata «a un preminente interesse pubblico», relativo alla «prevenzione e il contrasto rafforzato dell'immigrazione illegale e della tratta degli esseri umani». Avendo agito inoltre, come sottolinea il leader della Lega «il governo italiano, quindi non Matteo Salvini personalmente, al fine di verificare la possibilità di un'equa ripartizione tra i Paesi dell'Ue degli immigrati a bordo della nave». Parole che vengono rafforzate da due documenti allegati alla memoria, che ribadiscono come si sia trattato proprio di una linea comune del governo.
Il primo, a firma del premier Giuseppe Conte, il secondo co-firmato da Di Maio e Toninelli, che ribadiscono la scelta fatta in sintonia tra alleati. «Siamo tutti corresponsabili della scelta fatta sui migranti della Diciotti», è la parola d'ordine dell'esecutivo.
Il Mattino