“Comuni ed enti territoriali sono stati messi sotto sforzo durante la pandemia. Il Covid ha ridisegnato una nuova geografia della finanza locale, in cui i Comuni...
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Ad affermarlo è Tiziano Treu, presidente CNEL, illustrando i contenuti del parere dell’Assemblea del CNEL su “Finanza locale: impatto del Covid-19. Gli impatti della pandemia sulle finanze delle amministrazioni comunali”, che recepisce un’analisi condotta per il CNEL su 7.900 Comuni italiani curata dal prof. Emanuele Padovani dell’Università di Bologna.
“L’assetto della salute finanziaria dei Comuni è cambiato - è scritto nel parere – con squilibri potenziali a tutte le latitudini e in particolare in Lazio (che parte da una situazione svantaggiata), Emilia-Romagna (che pur partendo da una situazione più avvantaggiata è fra i territori più vulnerabili data la struttura dell’entrata), Molise e Toscana. In assenza di interventi statali, almeno il 60% delle Amministrazioni comunali dovrà fare pesanti manovre di spesa, salvo riserve finanziarie accumulate in passato, con riduzione non solo di capacità di spesa corrente, attraverso la riduzione del perimetro dei servizi garantiti, ma anche di capacità di investimento futura per mancanza di autofinanziamento derivante dal surplus di parte corrente ed erosione degli avanzi d'amministrazione.
“In particolare - si legge ancora nel documento - l’ipotesi di minori entrate oscilla tra 5.4 mld e 8.7 mld di euro. L’analisi in parte conferma quella proposta da ANCI-IFEL, 8.3 mld nello scenario peggiore. Questo fa emergere l’insufficienza dei provvedimenti normativi del Governo che, oltre alla rinegoziazione/posticipazione dei mutui e prestiti e l’anticipazione di risorse che però dovranno essere restituite, hanno fornito risorse ‘fresche’ e aggiuntive per 3 mld, circa 3.5 se si considerano i ristori per la cancellazione ex-lege di alcune voci d’entrata locale, mancando quindi all’appello da 1.9 a 5.2 mld” Leggi l'articolo completo su
Il Mattino