Stati Uniti, il ritorno di Trump: i candidati del tycoon vincono alle primarie

Stati Uniti, il ritorno di Trump: i candidati del tycoon vincono alle primarie
Nella sua villa di Miami, circondato da collaboratori plaudenti, martedì sera Donald Trump ha di nuovo assaporato una vittoria elettorale, anche se indirettamente....

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Nella sua villa di Miami, circondato da collaboratori plaudenti, martedì sera Donald Trump ha di nuovo assaporato una vittoria elettorale, anche se indirettamente. Lontanissimo dalla residenza di Mar-a-Lago, in un Ohio ancora sotto nuvole e piogge invernali, il sostegno dell’ex presidente ha portato alla vittoria nelle primarie repubblicane il candidato che tutti giudicavano sfavorito, JD Vance. L’autore di un famoso romanzo sulle comunità bianche lasciate indietro dalla globalizzazione, «Hillbilly Eulogy» (“Eulogia dei Buzzurri”, tradotto in Italia con Eulogia Americana) si era candidato alle primarie, per correre a novembre per il seggio lasciato libero dal senatore Rob Portman, uno dei pochi che non si erano allineati ciecamente con Trump. La vittoria di Vance è indubbiamente un successo di Trump, come il suo portavoce ha sottolineato: «Il potere dell’approvazione del presidente Trump è innegabile, e la promessa del suo movimento Maga non solo definirà le elezioni di metà mandato, ma vincerà per gli anni a venire».   

Il fenomeno Vance sta appassionando la stampa americana, considerato che nel 2016 lo scrittore era uno dei più accesi anti-Trump, e anzi definì l’allora candidato presidenziale «un esempio di eroina culturale». Ma da quell’exploit sul palcoscenico americano, Vance ha fatto marcia indietro, ha minimizzato l’enfasi sulla necessità di una responsabilità personale che aveva mirabilmente descritto in Hillbilly Elegy e ha invece cavalcato la teoria che forze oscure del deep state minacciano gli innocenti lavoratori americani. Un mea culpa diretto a Trump, e a Trump piacciono molto coloro che si «pentono» e vanno a baciargli l’anello. Così l’ex presidente ha accolto l’ex nemico in un caldo abbraccio vincente. Alla fine Vance ha riportato il 32% dei voti repubblicani, il che vuol dire che un 58% di elettori dello stesso partito ha scelto gli altri cinque candidati, sparpagliando il voto. Riusciranno ora i repubblicani a compattare il partito a novembre? L’Ohio nel 2020 andò a Trump, non a Biden, ed è chiaro che intende giocarci un ruolo importante. I democratici schierano contro Vance il popolare deputato Tim Ryan, che ha vinto le primarie in souplesse, e che da 20 anni viene rieletto a netta maggioranza, anche lui bianco, moderato, uomo venuto dal nulla, e difensore delle classi dimenticate dalla globalizzazione e dal balzo tecnologico. Nelle primarie dell’Ohio ci sono stati anche altri fenomeni che potrebbero farci presagire come si svolgeranno le elezioni nei prossimi mesi. Il governatore Mike DeWine, non trumpiano, ha rivinto alle primarie ed è scontato che sarà rieletto a novembre. 

Trump ha però riportato ottimi risultati anche con altri due candidati, meno importanti di Vance e meno famosi: Madison Gilbert, una ex Miss Ohio, Max Miller, ex suo consigliere alla Casa Bianca e JR Majewski, un suo devoto nonché seguace del movimento complottista di Qanon. Nel campo avversario, intanto, Ryan ha vinto le primarie per il seggio di senatore sconfiggendo la sfidante liberal Morgan Harper, mentre Shontel Brown ha avuto la meglio contro l’ultraliberal Nina Turner per un seggio alla Camera. Sia Ryan che Brown sono candidati appoggiati da Biden. Harper e Turner erano le candidate della sinistra del partito, spalleggiate da Bernie Sanders e Alexandra Ocasio Cortez. Di fatto si può dire che in Ohio si sta riproducendo la sfida Trump-Biden, considerato che i candidati allineati con il presidente e l’ex presidente hanno prevalso sugli sfidanti, rafforzando le loro presa sui rispettivi partiti. Le prossime settimane saranno interessanti soprattutto per vedere se Trump riesce a mantenere la presa che ha dimostrato in Ohio: secondo vari osservatori l’ex presidente ha fatto alcune scommesse rischiose nelle prossime primarie. Se continuerà a vincere, non ci saranno più dubbi che la sua morsa sulla base del partito è ferrea. 

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Il Mattino