«Aiutatemi a trovare un midollo per mia figlia di 3 anni», l'appello del papà di Elisa sui social

"Aiutatemi a trovare un midollo per mia figlia di 3 anni", l'appello del papà di Elisa sui social
Un appello per salvare sua figlia di soli 3 anni. Fabio Pardini, di Pordenone, si è rivolto ai social e a tutto il web nel disperato tentativo di salvare la vita a sua...

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Un appello per salvare sua figlia di soli 3 anni. Fabio Pardini, di Pordenone, si è rivolto ai social e a tutto il web nel disperato tentativo di salvare la vita a sua figlia Elisa malata di una grave forma di leucemia. «È gravemente ammalata di una leucemia rara che si chiama Leucemia Mielomonocitica infantile», aveva scritto in un post la scorsa estate, «e l'unica cura per salvarla è il trapianto di midollo osseo».


La richiesta è quella di un midollo, di un donatore disposto a verificare la compatibilità con la figlia e quindi a tentare di salvarle la vita. Purtroppo però da quest'estate il donatore ancora non è arrivato e le proposte ricevute non sono andate a buon fine perché non compatibili con la bimba, ma il papà non si è arreso e continua a portare avanti la sua campagna per salvare la piccola Elisa.

 


In molti si sono mossi per la bimba, calciatori, persone dello spettacolo e anche associazioni come l'ADMO, l' Associazione Donatori di Midollo Osseo. È stata creata anche una pagina Facebook, "Salviamo Elisa", dove ci sono tutte le informazioni necessarie per aiutare la famiglia e i contatti a cui rivolgersi se si vuole effettuare il test di compatibilità. Purtroppo le possibilità di trovare un donatore adatto sono di una su 100mila, ma i suoi cari non si arrendono e continuano a cercare senza sosta.

Circa un anno fa Elisa ha iniziato ad avere i primi sintomi del male, inizialmente i medici non hanno saputo trovare la causa dei suoi malesseri, ma dopo dei test specifici è arrivata la diagnosi choc. La bimba è stata trasferita all'ospedale Bambin Gesù di Roma, dove viene sottoposta a cicli di chemioterapia in attesa del trapianto. I genitori sono compatibili solo al 50%, la speranza, prima di "ripiegare" sulla donazione della mamma e del papà, è che si trovi un donatore che sia compatibile al 100%.

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Il Mattino