Donne manager e sindaci: ​ecco i nuovi volti di Berlusconi

Donne manager e sindaci: ecco i nuovi volti di Berlusconi
Sminato il terreno dall'ostacolo delle firme da raccogliere per presentare le liste, dimezzate da 750 a 375 per collegio, la manovra si avvia alla tappa finale nell'aula...

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Sminato il terreno dall'ostacolo delle firme da raccogliere per presentare le liste, dimezzate da 750 a 375 per collegio, la manovra si avvia alla tappa finale nell'aula di Montecitorio. A quel punto lo scioglimento delle Camere da parte del Quirinale sarà l'ultimo atto della XVII legislatura.


Se data del voto si confermerà il 4 marzo, le liste dei candidati andranno depositate il 28 gennaio. Cinque settimane al lordo delle vacanze di Natale per comporre un puzzle complicato. Soprattutto per il centrodestra dove i lineamenti e i rapporti di forza della coalizione restano da definire. Silvio Berlusconi ha affidato l'istruttoria, vaglio dei curriculum e preselezione dei candidati, a una task force di cui fanno parte l'avvocato Niccolò Ghedini, l'imprenditore Francesco Ferri, il responsabile Enti Locali di Fi Marcello Fiori, più Michela Brambilla e Licia Ronzulli. Ma se i nomi per i listini proporzionali saranno scelti in casa propria, per il candidato di coalizione nei collegi le trattative finiranno a ridosso dell'ultimo minuto.

 

Fi ha 56 deputati e 43 senatori: 99 parlamentari uscenti, di cui Berlusconi intende ricandidare la metà. L'ultimo sondaggio di Pagnoncelli colloca il centrodestra unito a quota 36% con un bottino di 281 seggi a Montecitorio, e la tendenza a conquistare collegi di frontiera a spese di Pd e M5S. Significa che, tolti 28 uscenti, ci sono 80-90 scranni da deputato in gioco per nuove risorse. Quali? Come sempre, l'ex Cavaliere sfoglia la margherita delle libere professioni, dell'impresa, delle amministrazioni locali. Si fanno i nomi dell'emiliana Lisa Ferrarini, vice-presidente per l'Europa di Confindustria, e di Emma Marcegaglia. Anche se, come per il generale Gallitelli, non è detto che le interessate ne siano a conoscenza. Nel dossier appaiono l'assessora 30enne di Genova Elisa Serafini, l'avvocatessa foggiana Michaela Di Donna, l'ex assessore regionale campana Caterina Miraglia.
Quote rosa forti, al punto che nel partito si mugugna di quote azzurre per gli uomini. In realtà, la partita è appena cominciata, c'è però un pugno di parlamentari blindate: Carfagna, Gelmini, Bernini, Calabria, De Girolamo, Prestigiacomo, le eurodeputate in odore di rimpatrio Ronzulli e Comi. Una fetta di nuovi ingressi verrà dai territori, supervisionati da Fiori: Roberto di Stefano, il 40enne sindaco di Sesto San Giovanni dopo 70 anni di governo del centrosinistra; Andrea Romizi primo cittadino di Perugia; Alessandro Cattaneo, ex sindaco di Pavia e responsabile formazione del partito. Ma sembra che anche il veneziano Luigi Brugnaro sia tentato. L'ex premier guarda con attenzione anche al mondo dei media, da cui vorrebbe pescare Paolo Liguori, direttore di TgCom24; Andrea Cangini, direttore del Quotidiano Nazionale; e il conduttore della Zanzara, Giuseppe Cruciani.
Berlusconi si è impegnato anche a dare una mano concreta alla quarta gamba del centrodestra, ma districarsi tra le inimicizie reciproche non sarà facile. Tra i sei fondatori di Noi con l'Italia forse solo Raffaele Fitto agguanterà un collegio in Puglia, dove è forte (sebbene la Lega gli abbia scippato due deputati, Nuccio Altieri e Roberto Marti). Sulla strada di Flavio Tosi a Verona c'è l'opposizione di Salvini e di mezzo gruppo dirigente veneto del Carroccio. L'accordo potrebbe chiudersi (con altre contropartite) sulla candidatura del capogruppo padano a Montecitorio Massimiliano Fedriga, salviniano di ferro, alle Regionali in Friuli Venezia Giulia. Ma l'ex Cavaliere da quest'orecchio non ci sente: non vuole appaltare l'intero Nord Est agli alleati. Quanto a Maurizio Lupi e Roberto Formigoni, dovrebbero correre in Lombardia nel listino proporzionale.

Un seggio è prenotato dall'uscente Gianfranco Rotondi, il cui mini-partito Rivoluzione Cristiana è federato da un decennio a Forza Italia: Nel 2013 ero capolista a Napoli 1, ma andrò dove deciderà il presidente. Da uomo pragmatico, Rotondi guarda con simpatia ma da lontano ai movimenti di Clemente Mastella e Lorenzo Cesa: Se scendono in campo, darò loro l'uso del nome Dc. A sua volta, Mastella pensa in grande: una Margherita-bis, stavolta a destra, federata con i magnifici sei di Noi con l'Italia più Quagliariello e Stefano Parisi. Missione (forse) possibile: il 3%.
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Il Mattino