Dpcm, Conte frena, è mini-stretta. Bar, ipotesi di stop alle 21, parrucchieri salvi, smart working al 75%

Dpcm, Conte frena, è mini-stretta. Bar, ipotesi di stop alle 21, parrucchieri salvi, smart working al 75%
La fretta del Pd di Dario Franceschini nel voler un rapido giro di vite si è scontrata ancora una volta con i tempi di Giuseppe Conte il quale, prima di mettere nero su...

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La fretta del Pd di Dario Franceschini nel voler un rapido giro di vite si è scontrata ancora una volta con i tempi di Giuseppe Conte il quale, prima di mettere nero su bianco un altro dpcm, ha voluto che si rifacesse il “giro” di consultazioni. E così, dopo la lunga riunione di maggioranza - iniziata venerdì sera e finita all’alba di ieri - è stato di nuovo convocato a palazzo Chigi il Comitato tecnico scientifico e subito dopo i ministri Boccia e Speranza hanno messo intorno ad un tavolo, seppur da remoto, i presidenti di regione con la Protezione Civile e il commissario Arcuri. Poi, nella serata di ieri, nuova riunione con i capidelegazione di maggioranza ai quali Conte ha sottoposto le articolate valutazioni degli esperti e le prudenti richieste dei governatori che oggi incontreranno di nuovo i ministri Boccia e Speranza. Solo in serata Conte farà sapere cosa c’è nel nuovo dpcm. 

Anche se da palazzo Chigi si ricorda che le ultime misure dell’ultimo dpcm sono solo di quattro giorni fa e la curva dei contagi sale, ma non allo stesso modo quella dei ricoveri e delle terapie intensive, alla fine Conte decide di assecondare la preoccupazione dei dem, diluendola però con l’opposizione della Bellanova a inasprimenti tali da mettere a rischio interi comparti (fiere e congressi compresi) e dal timore dei presidenti di regione di dover condividere misure impopolari.

Si procede, quindi, verso una mini-stretta evitando - raccomandano da palazzo Chigi - «fughe in avanti» e frenando «anticipazioni» che «alimentano la confusione nei cittadini». Dopo ore di riunioni e bracci di ferro, durante le quali le misure più draconiane da prendere in caso di esplosione dei contagi sono state lasciate ai governatori, Conte trova “la quadra” e si riappropria della “clessidra” e della scena convocando per oggi una conferenza stampa in diretta tv nella quale spiegherà e si intesterà le misure. Quelle adottate e quelle respinte. A cominciare dal lockdown fino a forme varie di coprifuoco che il premier continua a considerare fuori dalla strategia del governo. 

Incontrando in mattinata presidenti di regione, il ministro della Salute Roberto Speranza aveva già spiegato che «l’idea di base» è operare una «distinzione tra attività essenziali e non essenziali perché abbiamo necessità di limitare i contagi». Intervenire quindi subito sui comparti non essenziali per salvaguardare lavoro e scuola». Salvaguardare il lavoro significa aumentare quello a distanza portandolo nel pubblico impiego sino al 70-75% mentre per tutelare l’istruzione verranno sollecitate le scuole e le università a differenziare ancor di più l’orario di ingresso e ad aumentare - ma senza obbligo come vuole la ministra Azzolina - le lezioni a distanza nelle ultime classi dei licei. A seguire la riorganizzazione dei trasporti e l’aumento dei tamponi in ogni comune con l’ausilio della Protezione civile. Per tentare di limitare la movida notturna potrebbe abbassarsi alle 21 l’orario di chiusura di bar e alle 24 per i ristoranti, come sollecita l’ala più rigorista del governo guidata dai ministri Franceschini e Speranza, ma sul punto Conte e la renziana Bellanova resistono soprattutto per i locali che rispettano il distanziamento e ai quali potrebbe invece essere chiesto (idea dell Cts) di limitare i commensali ai tavoli e di apporre all’ingresso un cartello il numero delle persone consentite.

Fuori dal provvedimento parrucchieri ed estetisti, salvi cinema e teatri, mentre si allarga lo stop agli sport di contatto anche ai settori dilettanti malgrado i protocolli sottoscritti. In discussione anche lo stop a circoli, palestre e piscine. «Ci facciamo carico del ristoro!», ha precisato Speranza dando così corpo ad un decreto che potrebbe accompagnare il dpcm con la proroga della cassa integrazione Covid.

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Il Mattino