Dpcm, regioni chiedono al governo interventi per 2,7 miliardi e di rinegoziare il debito attraverso Cassa Depositi e prestiti

Dpcm, regioni chiedono al governo interventi per 2,7 miliardi e di rinegoziare il debito attraverso Cassa Depositi e prestiti
Le Regioni spingono per un accordo con il governo finalizzato ad interventi strategici. In una lettera datata 5 novembre, di Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle...

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Le Regioni spingono per un accordo con il governo finalizzato ad interventi strategici. In una lettera datata 5 novembre, di Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle regioni al ministro Francesco Boccia, viene sottoposta la bozza di un accordo per un intervento finanziario di 2,7 miliardi complessivi spalmato in 14 anni. E nella stessa missiva segnalano la necessità che si possano individuare, con la collaborazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze, possibili soluzioni sulla rinegoziazione del debito anche mediante il coinvolgimento della Cassa Depositi e Prestiti. 

«Le Regioni a statuto ordinario concordano con lo Stato la necessità di realizzare opere pubbliche per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio, di adottare misure opportune in materia di viabilità e per la messa in sicurezza e lo sviluppo di sistemi di trasporto pubblico» si legge nel testo della proposta Bonaccini. Per il periodo 2021-2034, sono assegnati nel limite complessivo di 135 milioni per l’anno 2021, di 435 milioni per l’anno 2022, di 424,5 milioni per l’anno 2023, di 524,5 milioni per l’anno 2024, di 124,5 milioni per l’anno 2025, di 259,5 milioni per l’anno 2026, di 304,5 milioni per ciascuno degli anni dal 2027 al 2032, di 349,5 milioni per l’anno 2033 e di 200 milioni per l’anno 2034. 



Nel piano gli interventi sono estesi alla finalità di ridurre l’inquinamento ambientale, per la rigenerazione urbana e la riconversione energetica verso fonti rinnovabili, per le infrastrutture sociali e le bonifiche ambientali dei siti. Le parti concordano sulla necessità di effettuare una ricognizione delle dotazioni infrastrutturali statali esistenti e di individuare le infrastrutture necessarie a colmare il deficit di servizi rispetto agli standard di riferimento per la perequazione infrastrutturale tra le diverse aree geografiche del territorio nazionale, anche infra­ regionali. Tali interventi verranno finanziati con le risorse stanziate sul “Fondo perequativo infrastrutturale”, da istituire nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze. Si chiede anche di semplificare le modalità di riacquisizione al bilancio dello Stato delle risorse versate a ristoro delle minori entrate derivanti dalle attività di lotta all’evasione. Fermo restando l’importo complessivo di 200 milioni del concorso alla finanza pubblica delle Regioni e Province autonome, la quota del concorso delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e Bolzano è determinata nel rispetto degli statuti speciali e delle relative norme di attuazione. 

Stato e regioni condividono un’altra serie di punti. Differire all’anno 2022 i meccanismi di finanziamento delle funzioni regionali, prevedere uno specifico finanziamento per i servizi aggiuntivi di trasporto pubblico locale e regionale di Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano ritenuti indispensabili per la prosecuzione dell’anno scolastico, di un tavolo tecnico presso il Tesoro, di apportare modifiche in ordine alla legge di assestamento e alla destinazione delle somme ricevute dall’ente (cd. mark to market) nel caso di estinzione anticipata di uno strumento finanziario derivato, verificare l’andamento delle entrate e delle spese in relazione all’emergenza Covid 2019 per gli anni 2020 e 2021. Lo Stato dovrà impegnarsi a concorrere per 50 milioni per l’anno 2021 all’onere sostenuto dalle regioni per l’esercizio della funzione di concessione degli indennizzi a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni ed emoderivati. 

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Il Mattino