Draghi presidente del Consiglio europeo, c'è l'idea. Ma l'ex premier resta freddo (ed è tentato da una smentita)

L'ex presidente Bce è irritato dalla campagna sul suo futuro impegno in Ue

Nel gran valzer delle nomine che contano in Europa - il ballo è iniziato dietro le quinte, con grande anticipo sulle elezioni - è l’unica poltrona davvero...

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Nel gran valzer delle nomine che contano in Europa - il ballo è iniziato dietro le quinte, con grande anticipo sulle elezioni - è l’unica poltrona davvero libera. Ed è il suo il nome prescelto. Mario Draghi presidente del Consiglio europeo. Non è solo un’idea quella che rimbalza tra le cancellerie di Parigi, Berlino e Bruxelles. E presto potrebbe rimbalzare a Roma. Affidare all’uomo che «ha salvato l’euro» (copyright Merkel-Macron) il timone dell’Europa in un tempo di grande turbolenza. Un incarico prestigioso. Forse non il più politico. Di certo non il più operativo: lasciare la presidenza della Commissione europea a un italiano - anche se fosse “Super Mario” - è una strada assai impervia. In ogni caso i tentativi di sondare il terreno sono iniziati da tempo, spiegano fonti vicine all’ex premier, sia pure con discrezione. E finora non hanno sortito risultati: Draghi non è interessato al vertice del Consiglio europeo. 

Non è snobismo, ma una scelta ponderata. Servirà altro per riportare l’uomo di Città della Pieve all’impegno diretto in politica. «La guida della Commissione sarebbe una cosa diversa», confida chi lo conosce bene. Si capisce perché. È da Palazzo Berlaymont, sede dell’esecutivo europeo, che passeranno tutte le decisioni chiave per plasmare l’Europa di domani. Dalle politiche sulla concorrenza e il mercato unico alla diplomazia e la sicurezza passando per i vincoli su debito e deficit. È da quella poltrona che si prendono le decisioni che contano a Bruxelles. E Draghi è uomo abituato a decidere, e incidere, come dimostrano i suoi otto anni alla guida dell’Eurotower e la sua permanenza - tutt’altro che formale - a Palazzo Chigi. 

Papa Francesco e Mario Draghi, incontro privato pre natalizio che ha subito alimentato speculazioni e letture politiche

I DUBBI

Per questo il presidente si schermisce. E anzi, raccontano, è assai turbato dalla “campagna elettorale” in cui l’hanno trascinato suo malgrado negli ultimi mesi. Cercando, senza riuscirci, di interrompere la lunga astinenza dai riflettori dell’ex premier, che ha centellinato le sue uscite pubbliche. Certo, in quelle rare occasioni Draghi non si è nascosto. Ha invece chiarito la sua visione dell’Unione europea, del modo in cui starci dentro, delle sfide che deve affrontare. Una visione che spesso, è noto, diverge da quella difesa dal centrodestra a Palazzo Chigi e la sua leader Giorgia Meloni. Qualcuno ha perfino letto un manifesto nelle parole pronunciate da Draghi alla presentazione del libro di Aldo Cazzullo, quando ha auspicato «una maggiore integrazione politica» in Europa e invitato a «iniziare a pensare che siamo italiani ed europei». 

Né si può considerare davvero neutro, a cinque mesi dal rinnovo delle istituzioni europee, l’impegno che la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha affidato a Draghi chiedendo di redarre un rapporto sulle sfide per la concorrenza in Europa. Detto questo, l’ex premier non ha alcuna intenzione di farsi trascinare nel toto-nomine. Tantomeno se la casella aperta per lui è quella del Consiglio europeo. Non è da escludere, riferiscono fonti a lui vicine, una presa di posizione pubblica per smentire i rumors, o quantomeno spiegare che con lui non hanno nulla a che vedere. Da Palazzo Chigi nessuno si sbilancia, per il momento, «meglio non tirarlo per la giacchetta», è il refrain tra ministri di peso della coalizione. Ma il rebus sul ritorno di Draghi in Ue esiste eccome.

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Il Mattino