Roma. Si fa presto a dire Mattarellum ma arrivarci non sarà per niente semplice. Perché? La ragione è chiara: quella legge non è priva di debolezze,...
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Evidente il pregio del Mattarellum: il 75% dei seggi erano assegnati al candidato più votato in ognuno dei circa 470 collegi di circa 130.000 abitanti nei quali era suddivisa l'Italia. Insomma: con il Mattarellum i cittadini sceglievano quasi tutti i loro rappresentanti anche se va sottolineato che esistevano (ed esistono) un certo numero di collegi «sicuri» dove venivano paracadutati candidati di sinistra o di destra da eleggere a prescindere.
E i 5Stelle? Per il momento invece non è chiarissima la distribuzione geografica dei loro elettori mentre ogni giorno che passa emerge la debolezza di molti candidati pentastellati il che spiega, almeno in parte, come mai il Mattarellum sia tornato a piacere al Pd e anche alla Lega ovvero a partiti che dispongono di personale politico legato al territorio.
Il Mattarellum piace meno a Forza Italia che punta sul proporzionale per presentarsi da sola e poi spendere i propri deputati su un accordo con il partito più importante ma privo di una propria maggioranza parlamentare.
Con il vecchio Mattarellum non tutti i deputati venivano scelti dagli elettori perché una quota dei parlamentari, il 25% pari a circa 160 deputati, era determinata dal proporzionale e veniva assegnato sulla base di liste bloccate alla Camera e, su base regionale, ai senatori primi non eletti della quota maggioritaria. A complicare le cose c'era una soglia di sbarramento del 4% (alla Camera) e un complesso sistema di conteggio (noto come scorporo) che doveva favorire i partiti più piccoli ma che, all'italiana, fu subito aggirato presentando liste civetta.
Gli addetti ai lavori stanno già lavorando ad un Mattarellum ristilizzato con quota maggioritaria fra il 50 e il 60% (fra 309 e 370 deputati oltre ai 12 della circoscrizione estera) e il resto proporzionale. Per questi ultimi seggi (fra 248 e 309 deputati) potrebbe scattare un premio di governabilità al partito più votato pari al 15%, ovvero a una quarantina di seggi. Questo meccanismo potrebbe piacere un po' a tutti i partiti perché la quota proporzionale garantisce rappresentanza mentre quella maggioritaria, per via dei collegi uninominali, stringe il rapporto fra eletti e popolo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino