L'oblio di Poggiolini, da Re Mida della sanità a paziente «invisibile» in un ospizio abusivo

Duilio Poggiolini
ROMA - Duilio Poggiolini, conosciuto come Il 'Re Mida' della sanità italiana e coinvolto nello scandalo di Tangentopoli, era tra gli ospiti di una casa di riposo abusiva...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ROMA - Duilio Poggiolini, conosciuto come Il 'Re Mida' della sanità italiana e coinvolto nello scandalo di Tangentopoli, era tra gli ospiti di una casa di riposo abusiva a Roma, a cui sono stati messi i sigili, ed è stato fotografato mentre aspettava l'arrivo di un'ambulanza per andare al pronto soccorso.




Oggi è un uomo irriconoscibile: invecchiato e aggrappato alle stampelle. A 86 anni l’ex direttore generale del Servizio farmaceutico nazionale del ministero della Sanità era uno degli ospiti più anziani dell’ospizio fuorilegge allestito da tre anni in una villa privata nelle campagne di Casalotti, alle porte di Roma. Ieri con un blitz le forze dell'ordine hanno sequestrato la villa, soccorso una quindicina di ospiti e riconosciuto Poggiolini mentre era a letto.

"I parenti dei ricoverati pagavano ogni mese dai 600 ai 1.200 euro, ovviamente in nero. Qui era tutto abusivo", spiegano gli agenti del commissariato Primavalle, intervenuti con i vigili urbani del XIV Gruppo.





Poggiolini, iscritto alla P2, finì nello scandalo di Mani Pulite perché insieme con l’allora ministro Francesco De Lorenzo distribuì favori alle grandi case farmaceutiche (maggiorazioni dei prezzi dei medicinali) in cambio di una valanga di soldi. Ora è imputato a Napoli per omicidio colposo plurimo per i pazienti (almeno 900) contagiati nel biennio ‘86-87 da Hiv ed epatite C per colpa di trasfusioni con sacche di sangue infetto proveniente dalle carceri Usa e messicane.



A lui i giudici della Corte suprema sequestrarono beni per il valore complessivo di 29 miliardi e altri 10 a sua moglie. Ricoperto d'oro dagli industriali farmaceutici, era riuscito ad accumulare un tesoretto di 26 miliardi, ritrovato in un baule pieno di banconote nel caveau della Banca d'Italia. Condannato, nel 2011 dalla Corte dei conti a risarcire lo Stato con 5 milioni di euro, a 85 anni è ora ridotto in miseria e con problemi di deambulazione. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino