L'election day non cambia. Niente voto anche di lunedì per le amministrative del 5 giugno e, forse, per il referendum di ottobre sulle riforme...
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Tutto come prima, nessuna sorpersa nonostante il fatto che sul turno del lunedì si fossero dette d'accordo anche le forze di opposizione in Parlamento. Il governo ha confermato la data già esistente forse tenendo conto dei costi supplementari che la novità avrebbe inevitabilmente comportato. Cento milioni, euro in più euro in meno, il costo stimato: troppi, evidentemente per le casse dello Stato ancorché rimpinguate da uno scenario economico meno critico, sia pure in parte, del recente passato. Forte la sensazione che alla fine sia intervenuto anche il Colle in una valutazione che non poteva non tenere conto dei tempi molto stretti a disposizione per modificare le date prefissate. Meno di 20 giorni, oggettivamente molto pochi.
Ovviamente nessuna novità anche per il referendum di ottobre che poteva essere "abbinato" ad una eventuale modifica delle comunali. Anche per le riforme si voterà in un solo giorno. Avanti con l'election day, dunque, nella consapevolezza che almeno su questo punto l'Italia è perfertamente in linea con tutti gli altri Paesi europei: oltre confine, infatti, si vota in un solo giorno, preferibilmente di domenica. In tempi di incertezza su tutto e su tutti, è una buona notizia: votare resta un dovere, sapere quando lo si può esercitare evita inutili confusioni. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino