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Il marito contro la moglie, l’ex prete, il candidato che si loda per aver inventato una focaccia e quello che minaccia di tagliare le dita a chi non voterà per lui. Sono solo alcuni tra le migliaia di aspiranti consiglieri comunali che tenteranno di strappare uno scranno in uno dei 974 municipi al voto domenica. E come per ogni tornata di amministrative che si rispetti, anche in questo caso non mancano volti, storie e simboli che più bizzarri non si può.
A Bientina, in provincia di Pisa, ad esempio, la parita si gioca tutta in famiglia. Perché a sfidare l’attuale primo cittadino di centrosinistra Dario Carmassi sarà il civico Corrado Guidi: marito, nientemeno, che della vicesindaca di Carmassi, Barbara Frosini. Che non volendo scegliere tra il sostegno al compagno di partito o a quello di vita ha deciso di chiamarsi fuori dalla corsa. Restando in Toscana, a Carrara c’è chi ha preferito la fascia tricolore alla tonaca: Ermanno Biselli, ex sacerdote che dopo aver lasciato i voti per amore, adessp corre per il consiglio comunale nella lista Serena Arrighi sindaca.
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Elezioni Comunali, i candidati e le liste più improbabili
A Pistoia, invece, punta sulla “pancia” dell’elettorato l’ex assessore Alessandro Sabella, in lizza a sostegno dell’attuale sindaco Alessandro Tomasi. «La Jacopina?», chiede Sabelli dal suo manifesto, su cui campeggia un’immagine di quella che in città è divenuta famosa come la “focaccia del pellegrino”, una sorta di pane di a forma di conchiglia: «L’ho inventata io!», esulta il candidato, prendendo a prestito le parole di Pippo Baudo. «Qualcuno penserà che non sia faccenda da assessore e, immagino, possa sorridere e considerare questa mia iniziativa piuttosto bizzarra», continua lui, che invece rivendica con orgoglio la paternità del primo «prodotto tipico di panificazione locale» pistoiese.
Toni meno allegri a Monfalcone, in provincia di Gorizia. «Taglio le dita a chi non vota per me», ha minacciato nei giorni scorsi un candidato bengalese di Noi con l’Italia, Jahangir Sarkar, di fronte a una platea di connazionali.
Infine, spazio ai simboli e agli slogan più improbabili. A Vietri di Potenza ci prova la lista “Povero gabbiano”, dal titolo del brano di Gianni Celeste tornato in auge grazie al tam tam social. A Chiavari, il candidato Giovanni Orecchia ha puntato tutto sul nome: «Uno che ti ascolta», promettono i suoi manifesti. Lo stesso fa Lucio Eletto a Sava, nel Tarantino: «Eletto, e non solo il cognome», scherza l’aspirante consigliere. Mentre a Palermo si va sul tormentone sanremese: «Emergenza rifiuti? Ciao ciao!», si legge sui cartelloni della lista Lavoriamo per Palermo - Lagalla sindaco. Per chiudere sempre sulle note della Rappresentante di Lista: «Con la testa, con il cuore».
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Il Mattino