Elezioni Quirinale, Berlusconi: all'opposizione se Draghi va al Colle. Lega, il piano B è Moratti

Berlusconi: all'opposizione se Draghi va al Colle. Lega, il piano B è Moratti
Silvio Berlusconi sgancia la bomba e sigla ufficialmente la propria candidatura al Colle: «Se Draghi va al Quirinale, Forza Italia esce dalla maggioranza e non...

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Silvio Berlusconi sgancia la bomba e sigla ufficialmente la propria candidatura al Colle: «Se Draghi va al Quirinale, Forza Italia esce dalla maggioranza e non sosterrà altri governi». Ovvero, si andrà a votare. Un avvertimento per mettere tutti, amici e nemici, con le spalle al muro, che mira a terrorizzare i parlamentari di tutti gli schieramenti, che significa annullare gli eventuali desideri del premier di traslocare sul Colle e annichilire ogni tipo di gioco che riguardi lui o altri. Per esempio i giochi di Coraggio Italia, i 31 voti che il leader forzista credeva di avere per sé e invece andranno probabilmente su Draghi insieme a quelli di Renzi. 

Silvio nei momenti cruciali sfodera gli artigli. «Difficile che Draghi vada al Colle», incalza: «Molti in Parlamento non sembrano intenzionati a votarlo anche perché la sua elezione porterebbe alle urne». E rivolto a Salvini e Meloni dei quali evidentemente si fida poco: «Io ho fondato il centrodestra, e questo dovrà pur contare qualcosa... Mi aspetto lealtà dagli alleati e sono sicuro che Salvini e Meloni faranno la loro parte». I due, ufficialmente, sono fermi su Berlusconi: «Se ha i numeri per il Colle, nessun problema ma venerdì nella riunione di Villa Grande deve farci vedere qualche tabellina, sennò...». Nella Lega e in Fratelli d'Italia l'umore è questo. Il sennò significa che, nel caso le carte di Berlusconi non riportino numeri certi sui voti che arriverebbero dal Gruppo Misto più quelli di qualche grillino e soprattutto ex stellati ma anche renziani, Salvini e Meloni senza perdere altro tempo si mettono a lavorare sul serio al piano secondario. Ed è proprio ciò che in queste ore sta temendo Berlusconi, il quale arriva a Roma oggi mentre i suoi alleati cercano anche un candidato di centrodestra meno inviso alla sinistra di quanto lo sia Berlusconi (Salvini: «Sto lavorando a trovare una personalità di alto profilo di centrodestra per il Colle»). Le indiscrezioni provenienti dalla Lega dicono che Letizia Moratti potrebbe essere la prescelta del centrodestra come carta di riserva rispetto a Berlusconi.

Il nome dell'ex ministra gira molto tra gli alleati di Forza Italia in quanto più votabile anche fuori dal centrodestra - si punta su Conte che vuole una donna al Colle, si può coinvolgere sulla Moratti anche Renzi e a quel punto il Pd non potrebbe che accodarsi per non restare isolato - e perché rappresenterebbe, oltre che la prima donna italiana Capo dello Stato, la prima figura del centrodestra che dopo tanti esponenti della tradizione democristiana, azionista, post-comunista e democrat sale sul Colle. Salvini e Meloni cominciano a vedere nella carta Donna Letizia la carta giusta. Anche se tutto - al netto del pranzo in pieno centro di Roma tra la Meloni e la Moratti dove giurano però di non aver parlato di Colle - si muove ancora dietro le quinte. 

La Moratti ha un curriculum solido (è stata ministra e presidente della Rai voluta da Berlusconi premier, sindaco di Milano e ora super assessore alla sanità lombarda), rappresenta un centrodestra di derivazione civica e trasversale, è impegnata nel mondo del sociale (non solo San Patrignano) e, particolare fondamentale per piacere almeno un po' a sinistra, aveva padre partigiano che accompagnò a un corteo del 25 aprile (tra i fischi degli estremisti). I valori della Resistenza su cui è fondata l'Italia, si ragiona dalle parti di Salvini, avrebbero nella Moratti un suo simbolo accettabile da tutti, compreso il Pd. Quanto a Berlusconi, non ha candidature alternative alla sua. Ma, nel caso, quella della Moratti potrebbe dispiacergli meno di altre.

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Il Mattino