«Mi chiamo Elisa Pardini, ho 5 anni e mezzo e da quasi tre vivo e lotto contro una devastante malattia che si chiama Leucemia Mielomonocitica Infantile che colpisce 1-2...
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Una speranza, flebile, quella di Fabio e Sabina, genitori di Elisa: «Il secondo trapianto è stato deciso circa un mese fa - racconta Fabio, raggiunto al telefono per parlare di Elisa - ma non potevamo ancora renderlo pubblico perché siamo in una situazione in cui in tanti ci conoscono e parlarne avrebbe creato un’attenzione mediatica che non avrebbe fatto lavorare in tranquillità i medici». Da allora è facile immaginare lo stato d’animo dei genitori, soprattutto perché fino all’ultimo è stato tutto incerto. «Elisa ha fatto nove mesi di chemio che i medici definivano blanda ma che è servita a non far ripartire la malattia - spiega Fabio - All’epoca del primo trattamento quella stessa chemio non è servita per il post trapianto» Sulle condizioni di Elisa sono tutti molto, molto, cauti: «Per ora Elisa ha accettato le cellule, e per noi è già tanto. Nel primo trapianto dopo sei mesi si sono ripresentate le cellule così dette cattive. Abbiamo dovuto aspettare questi tempi, più di un anno e mezzo, anche per permettere alla bimba di riprendersi dalle complicazioni della prima recidiva». Purtroppo va detto che adesso è più complicato che vada tutto bene, perché la seconda volta diventa tutto più difficile con meno chance: si parla del 30-35% di probabilità che vada tutto bene mentre a gennaio la percentuale era del 50%. Ma sono solo numeri, dietro ai quali c’è la vita interrotta dell’imprenditore e della compagna infermiera che per prima capì che c’era qualcosa che non andava in quello scricciolino dagli occhi grandi e ancora adesso dall’immensa vitalità, nonostante gli anni passati in quel lettino. «Per fortuna per adesso sta rispondendo bene: Elisa si trova ora in camera sterile e i primi 100 giorni saranno fondamentali per il decorso post operatorio», dice ancora commosso ma spaventato, Fabio, che sa bene che non è finita, anzi: «Dobbiamo ora sperare che la malattia non si ripresenti mai più, o almeno non si ripresenti nel primo anno». Nella parte finale del post, Elisa, attraverso la mano che digita del suo papà ringrazia tutti: «Volevo ringraziare tutti i donatori che ci hanno provato perdendo magari la giornata di lavoro e stando magari in fila per ore ma che comunque faranno del bene a qualche altro bisognoso. Volevo ringraziare tutte le persone, associazioni,gente comune, parrocchie che in tutto questo tempo si sono prodigate ad aiutare me papà Fabio e mamma Sabina sempre al mio fianco ormai anche loro lontani da casa e dal lavoro (abitiamo a Pordenone a 600 km. da Roma) che sicuramente se non fosse stato per tutta questa solidarietà non ce l'avremmo mai fatta ad andare avanti». E avanti è dove adesso bisogna guardare, condividendo quella speranza e quella preghiera per Elisa, la bimba che senza saperlo ha animato il Mondo intero. “Forza Elisa”, è ciò che quel Mondo torna a dirle, fermandosi per qualche minuto, sperando nel meglio per una bambina così piccola, colpita da una malattia tanto aggressiva quanto ingiusta. Ed è anche per questo che Elisa deve farcela: per restituire al Mondo un po’ di speranza che il bene alla fine possa davvero vincere. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino