Scambio di embrioni, nati i gemelli contesi: sono stati partoriti in località segreta

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Sono nati, il 3 agosto scorso, e sono stati già registrati all'anagrafe, i gemelli «contesi» dopo lo scambio di embrioni avvenuto all'ospedale Pertini di Roma.



Lo annunciano i genitori dalle colonne de La Stampa. Il parto è avvenuto in una località segreta lontana dalla capitale. «Ora nessuno può più toglierceli» dicono al quotidiano. Proprio per oggi è prevista l'udienza in Tribunale a Roma per stabilire a chi spetta lo status di genitori dei gemelli.



L'udienza in tribunale. «Credo che di fronte alla nascita dei bambini, il provvedimento d'urgenza di vietare l'iscrizione all'anagrafe sia venuto meno». Lo ha dichiarato Michele Ambrosini, l'avvocato della coppia che ha partorito i due gemelli, all'entrata al Tribunale civile di Roma, dove è in programma l'udienza per il ricorso presentato dai genitori biologici. «Uno scenario possibile a questo punto - nota Ambrosini - potrebbe essere il rigetto del ricorso. L'altro scenario è che invece il giudice si riservi per poi decidere su alcuni punti. Non sono nella testa del giudice e in diritto spesso uno più uno non fa sempre due».



Risarcimento. «Non abbiamo ancora deciso, indubbiamente la richiesta ci sarà, ma sarà comunque problematico stabilire le voci del risarcimento», ha poi detto Ambrosini.



L'udienza in tribunale era stata sollecitata dai genitori biologici, che rivendicano lo status di ''veri genitorI'' dei gemelli e avevano presentato un ricorso urgente chiedendo, in primo luogo, di bloccare tutte le pratiche di registrazione all'ufficio comunale delle nascite. La nascita dei gemelli era prevista intorno al 12 agosto, dunque è avvenuta in anticipo. Il parto, secondo La Stampa, è avvenuto con taglio cesareo in un'altra regione, dove i genitori rimarranno ancora qualche settimana. «Abbiamo bisogno di serenità - hanno dichiarato al quotidiano - abbiamo già sofferto molto in questi mesi, per noi è finalmente arrivato il tempo di essere una famiglia». Un pensiero anche ai genitori biologici: «ci rendiamo conto della loro sofferenza e questo ci fa male, ma noi eravamo stati disponibili a incontrarli. Invece non ci hanno neppure risposto».
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Il Mattino