Gli Emirati Arabi Uniti nel fine settimana hanno avviato la procedura di accensione della centrale nucleare di Barakah, ad Abu Dhabi, diventando il primo paese in tutto il mondo...
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Per gli Emirati, la centrale è un simbolo del progresso scientifico raggiunto dal piccolo paese arabo diventato sempre più influente, anche oltre i confini della regione. Il leader emiratino, il principe erede al trono Mohammed bin Zayed al-Nahyan, ha definito il progetto «un passo fondamentale per lo sviluppo sostenibile». Gli Emirati sono tra i maggiori produttori di combustibili fossili al mondo. Il petrolio costituisce almeno un terzo del Pil del paese, solo nel 2019 Abu Dhabi ha esportato l'equivalente di 50 miliardi di dollari di petrolio. La crescita economica, garantita per decenni grazie al petrolio, ha imposto tuttavia l'esigenza per gli Emirati di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico, aprendo alla possibilità di ricerca di fonti rinnovabili.
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L'impianto di Barakah risponde all'esigenza di Abu Dhabi di ridurre la dipendenza dal petrolio e dal gas ma, secondo molti analisti, pone rischi ulteriori alla stabilità del Medio Oriente introducendo nuovi programmi nucleari. Nella regione, scossa dal terrorismo e dallo scontro tra Iran e Arabia Saudita, due paesi hanno già capacità nucleari: Israele e lo stesso Iran. Il contestato programma di arricchimento dell'uranio di Teheran avrebbe, secondo gli iraniani, soltanto scopi pacifici. Le preoccupazioni dipendono dal fatto che anche altri paesi in Medio Oriente, in primo luogo l'Arabia Saudita, sarebbero sul punto di avviare propri programmi per l'energia atomica, contribuendo a rendere la regione ancora meno sicura.
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Il Mattino