Enrico Letta a Napoli: «Il Pnrr non va cambiato, il Sud rischia di perdere la quota del 40%»

Enrico Letta a Napoli: «Il Pnrr non va cambiato, il Sud rischia di perdere la quota del 40%»
«In tutta Europa c'è preoccupazione per quello che accadrà domenica». È l'incipit di Enrico Letta che, in una sola giornata, tocca Berlino...

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«In tutta Europa c'è preoccupazione per quello che accadrà domenica». È l'incipit di Enrico Letta che, in una sola giornata, tocca Berlino e Napoli. I temi europei in mattinata e quelli del territorio, in serata a Napoli con il governatore De Luca alla Stazione marittima. In un tour che durerà anche oggi toccando anche Pompei, Caserta, Salerno e Portici per cercare di imprimere una svolta per i democrat campani. Campagna difficile, tra il centrodestra che avanza e i grillini che sono tutt'altro che in flessione in Campania e nel Sud. Anche per questo il Pd ha lasciato alle spalle i dissidi interni in vista di questo difficile voto. A cominciare proprio da quelli tra il segretario Letta e il governatore Vincenzo De Luca, i cui rapporti si sono rinsaldati proprio in queste ultime settimane. «In questo momento vedo nel nostro partito un'unità di intenti straordinaria. Unità di intenti innanzitutto con i principali protagonisti istituzionali della vita del nostro partito che sono i 5 governatori che rappresentano per me - spiega Letta prima di attraversare la platea accanto a De Luca - un punto di riferimento molto importante anche per il tipo di campagna che stiamo facendo». E aggiunge: «Da Napoli voglio lanciare un messaggio: noi abbiamo le idee giuste, abbiamo i contenuti giusti, vedo che le cose stanno cambiando in questa campagna elettorale e vedo che finalmente si sta andando sui contenuti e sulle cose concrete». E poi citando la pandemia, loca l'ex sindaco di Salerno: «Ha lavorato con lungimiranza in quei mesi terribili». 

«Nelle prossime cinque giornate dobbiamo impegnarci, ognuno di noi, a convincere gli indecisi. Un numero enorme: dal 40 al 45 per cento, facendo una media dei sondaggi», spiega il segretario Pd. «A loro dobbiamo far capire il rischio di una vittoria del centrodestra e le ragioni del nostro partito che, lo ammetto, aveva perso un po' di vista il tema del lavoro. Ma ora il Pd è cambiato», rimarca Letta che plasma il suo intervento partendo proprio dal lavoro e dal Mezzogiorno. «I giovani sotto i 35 anni non possono continuare a vivere di stage, per noi i finti stage e quelli gratuiti vanno eliminati, con il passaggio a un'incentivazione totale sul primo lavoro e la scelta di fare questo investimento sul lavoro dei giovani al Mezzogiorno, che per noi sarà uno dei punti essenziali della prossima legislatura». Ma il tema centrale è il rischio di una rinegoziazione del Pnrr che chiede una parte del centrodestra. «Non consentiremo lo scippo al Mezzogiorno con l'eliminazione del 40 per cento del Pnrr al Sud. La rinegoziazione - aggiunge - ha due trappole. La prima è spiegare che non c'è una strada giusta per gli investimenti, la seconda è la trappola che dice che quei miliardi di cui il 40 per cento va al Sud è da rinegoziare, per togliere il 40 per cento. Faremo una battaglia su questo con tutto l'impegno, perché ci siamo messi su una vicenda che ci obbliga a essere esigenti con noi stessi». 

«In Europa ho percepito la preoccupazione che c'è su quello che faremo noi domenica. Io vorrei condividere con voi questo senso di grande responsabilità che abbiamo sulle nostre spalle. Sulle spalle di noi italiani, di noi elettori italiani domenica prossima, sta non soltanto il destino dei nostri territori, non soltanto il destino dell'Italia, ma dell'Europa. Gli amici di Salvini e Meloni in Europa si chiamano Orban, il governo polacco, il partito spagnolo post franchista di Vox, Le Pen. Sono partiti accomunati da una prima cosa: tutti insieme sono stati contro il Next Generation Eu e il Pnrr, hanno fatto di tutto perché non venisse approvato», incalza Letta puntando poi sull'orgoglio democrat-deluchiano-campano: «La riscossa è dietro l'angolo: in Campania - aggiunge - i collegi sono diventati contendibili. E dobbiamo valorizzare il lavoro di buon governo fatto in questa Regione in questi anni». De Luca è di fianco, seduto: sorride e incassa gli apprezzamenti che Letta ha elargito senza pause. A cominciare dalla gestione della Pandemia: «Voglio chiedere qui da Napoli, insieme con uno dei governatori che ha combattuto la battaglia con lungimiranza, voglio dire a tutti i cittadini dobbiamo pretendere che tutti i leader non abbiano nessuna ambiguità rispetto ai no vax». 

Poco prima, invece, De Luca punta contro i nodi dell'Autonomia cara ai Leghisti. Un punto su cui Letta è assolutamente d'accordo. «Ci preoccupa l'idea sgangherata di istituzioni da riformare, vanno rinnovate, non funzionano e non hanno forze adeguate con emergenze, ma questo non significa distruggere l'equilibrio costituzionale», dice De Luca prendendosela con il suo collega del Veneto. «Zaia dice di rispettare la costituzione, ma non si rispetta la costituzione colpendo il sistema scolastico nazionale o sanitario. La politica regionale è altro, è superare il divario tra nord e sud del Paese. Lo stesso Pnrr ha portato risorse imponenti per recuperare il divario sociale, economico e di genere con un'occupazione bassissima delle donne nel Sud». 

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Il Mattino