Eolie, a Vulcano scatta l'evacuazione: nell'aria ci sono troppi gas tossici

Eolie, a Vulcano scatta l'evacuazione: nell'aria ci sono troppi gas tossici
Nella zona di Porto Levante a Vulcano, gli abitanti hanno preparato i bagagli. Ufficialmente l’ordinanza del sindaco Marco Giorgianni parte oggi, ma molti hanno già...

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Nella zona di Porto Levante a Vulcano, gli abitanti hanno preparato i bagagli. Ufficialmente l’ordinanza del sindaco Marco Giorgianni parte oggi, ma molti hanno già lasciato casa ieri, per raggiungere amici e parenti in aree più tranquille come Piano, Gelso e Vulcanello, dove i gas, in particolare la subdola anidride carbonica (CO2), non potranno creare pericoli per la loro salute. I tecnici dell’Arpa Sicilia hanno quantificato un’emissione di 480 tonnellate al giorno anche alle pendici, troppa per restare nelle proprie case (il dato normale è di 80) senza che ci sia un serio rischio per la salute. Si tratta di circa 250 famiglie cui, secondo l’ordinanza sindacale, sarà proibito alloggiare dalle 23 alle 6 del mattino nelle case situate nell’area portuale per un mese, poi si vedrà se allungare il periodo a seconda di come si comporterà il vulcano. Chi non ha una seconda casa o la possibilità di farsi ospitare da conoscenti, ci penserà il Comune: «C’è un accordo di massima con strutture ricettive fuori dalla zona rossa. Tutti troveranno una sistemazione» promette Giorgianni. Da venerdì, inoltre, il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci ha dichiarato lo stato di crisi e di emergenza regionale per l’isola. Intanto oggi, oltre all’evacuazione di Porto Levante, si discuterà alla commissione Grandi Rischi del possibile passaggio da livello di allerta giallo ad arancione, come richiesto dal Dipartimento di Protezione civile della Regione Sicilia.

Porto Levante e le aree immediatamente adiacenti da oggi saranno interdette di notte, con controlli serrati di carabinieri e vigili urbani per evitare lo sciacallaggio. Si tratta quindi di un’evacuazione parziale, poiché essendo una delle aree più abitate dell’isola, chi ha attività professionali e negozi potrà tornarci per lavorare durante il giorno. Per un mese non potranno sbarcare turisti e l’ingresso sarà consentito solo ai pendolari o chi raggiunge l’isola per motivi di lavoro, ma anche loro non potranno pernottare nella zona rossa. Per il sindaco «bisognerà fare una campagna in tutta l’isola per accertare i reali valori di gas e altro. Quando avremo i risultati di questo monitoraggio a tappeto si decideranno i nuovi provvedimenti».

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Da venerdì, inoltre, il governatore Musumeci ha dichiarato lo stato di crisi e di emergenza regionale «allo scopo di attivare tutte le iniziative necessarie a garantire la risposta operativa sul territorio, la mitigazione dei rischi e l’assistenza alla popolazione colpita dal progredire dei fenomeni vulcanici nelle ultime settimane». Per ora sull’isola eoliana vige il livello di allerta giallo emesso all’inizio di ottobre ma la situazione è evoluta piuttosto rapidamente. Ora però, il dipartimento di Protezione civile regionale vuole che si passi da allerta gialla ad arancione, cioè quello di pre-allarme, sebbene dal punto di vista vulcanologico non siano mutate le condizioni del vulcano e non c’è rischio imminente di eruzione. Per l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia l’allerta dovrebbe restare quindi gialla. Questa discrepanza nasce dal fatto che l’Ingv si basa su dati scientifici, mentre la Protezione civile sull’impatto sulle persone.



Il rischio principale resta il rilascio di gas che ormai da oltre un mese non avviene esclusivamente nelle zone crateriche dove ci sono fumarole ben visibili, ma anche attraverso il suolo e senza che ci siano segni evidenti. Queste emissioni diffuse possono essere particolarmente insidiose proprio perché non si notano: la CO2, più densa dell’aria, in assenza di vento tende ad accumularsi al suolo dove può raggiungere concentrazioni elevate sostituendosi all’aria respirabile, ed essendo incolore, inodore e insapore è difficilmente riconoscibile. Il rischio è che possa aumentare il rilascio di questi gas tossici che a basse concentrazioni può provocare affanno, nausea, disturbi visivi, e per concentrazioni elevate, asfissia. Per ora le uniche vittime sono state degli animali, come pecore e gatti, trovati senza vita dopo una notte di esposizione ai gas. Associato alla CO2 è possibile trovare anche un altro gas altamente tossico. È l’anidride solforosa (SO2) che con un’esposizione prolungata a concentrazioni anche minime può comportare faringiti, affaticamento e disturbi a carico dell’apparato sensoriale oltre che irritazione delle vie respiratorie, ma grazie al caratteristico odore di uova marce, risulta immediatamente percepibile.
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Il Mattino