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L'INPS CEDE LA QUOTA
Lo schema di battaglia per pensionare Equitalia dopo 10 anni di servizio (fino al 2006, prima della riconduzione in mano pubblica, il compito della riscossione coattiva dei ruoli era affidato alle banche) prevede il passaggio delle tecnostrutture della società sotto il cappello dell'Agenzia delle Entrate attualmente guidata da Rossella Orlandi. Già a partire da luglio, intanto, scompariranno Equitalia Nord, Centro e Sud e ci sarà un unico servizio di riscossione nazionale che porterà, fanno notare dall'agenzia, anche un «profondo taglio dei costi». L'ipotesi “minimal” di lasciar vivere in maniera autonoma la società cambiandole il nome e modificandone alcune funzioni, seppur accarezzata, sembra ormai tramontata. Con ogni probabilità nascerà una Direzione centrale che si affiancherà alla Direzione che si occupa dell'accertamento. L'Inps, che detiene il 49% delle quote ovviamente cederà la sua partecipazione e dunque l'Agenzia delle Entrate sarà a tutti gli effetti il “dominus” assoluto della macchina fiscale. In questo progetto, c'è un trasferimento di poteri di rilevanza epocale. Infatti, secondo l'impostazione della riforma Madia sulla Pa, sarà direttamente Palazzo Chigi (non più attraverso l'interposizione del ministero dell'Economia) a governare direttamente l'agente della riscossione demansionato. Il quale proseguirà il suo lavoro con poteri e metodi riveduti e corretti. «Stiamo riorganizzando il sistema affinchè sia a disposizione del cittadino, non un sistema vessatorio», ha spiegato Renzi aggiungendo che «lavoreremo molto sulla rivoluzione digitale: ci saranno delle novità che incoraggeranno il cittadino ad avere più fiducia». In poche parole, il premier punta a trasformare l'attuale Equitalia inglobata dalle Entrate in una sorta di organismo di «consulenza fiscale pubblica». I dipendenti oggi in buona parte impegnati in altre attività, si occuperanno soprattutto del front-office a disposizione dei cittadini. Un modo per ridurre le file snervanti e le attese agli sportelli.
E cambieranno profondamente anche le norme che regolano i meccanismi della riscossione. La rateizzazione, attraverso la quale oggi Equitalia incassa il 50% del denaro (8,2 milioni nel 2015, in crescita dell'11%) diventerà la regola per andare incontro alle necessità dei morosi e nelle cartelle esattoriali inviate ai contribuenti (con un linguaggio che promettono più semplice) sarà già indicato un piano di rientro definito. I tecnici del governo studiano anche l'attenuazione di interessi, more, aggi e sanzioni per il ritardato o mancato pagamento delle cartelle esattoriali. Un passaggio, quest'ultimo, che ridurrà gli incassi ma che, si confida, può aumentare l'adeguamento spontaneo agli obblighi fiscali.
Un problema spinoso che si aprirà è quello dei dipendenti. È prevista una riduzione del personale da 8 a 6 mila unità attraverso un meccanismo progressivo di prepensionamenti. Ma il vero nodo da sciogliere nella saldatura con le Entrate sono i contratti. I dipendenti di Equitalia, infatti, non hanno i contratti della Pa e trasformare tuot court gli accordi sarebbe di difficile realizzazione giuridica, visto che i dipendenti della pubblica amministrazione vanno selezionati per concorso pubblico. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino