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Troppo bello per essere vero: muscoloso, ricco, colto, romantico. Infatti era falso, tutto: il nome, i muscoli, il patrimonio, la cultura e pure i sentimenti. È stato il quotidiano Le Parisien a rivelare, con una lunga inchiesta, la truffa amorosa organizzata da una vera e propria banda comprensiva di false guardie del corpo, falsi avvocati, falsi indirizzi, falsi centralinisti e falsi scrittori esperti in sentimenti, perpetrata da «Arturo» ai danni di Edwige. Lui, almeno in apparenza, nelle foto Instagram, aitante e ricchissimo, e lei invece realmente 33enne, benestante, una figlia piccola, una separazione dolorosa alle spalle, il desiderio di tornare ad avere una vita sentimentale.
Storie come se ne vedono in abbondanza sui social, con l'aggravante che questa volta, ad orchestrare l'imbroglio, erano stati assoldati svariati figuranti e investite importanti somme di denaro (voli in jet privato, alberghi a cinque stelle, regali di soli marchi extra lusso e rose, rose, rose) per poter estorcere somme ben più importanti. Un'inchiesta è in corso, anche per stabilire se oltre a Edwige ci siano state altre vittime sedotte, truffate, e abbandonate. Edwige se l'è cavata senza aver trovato l'amore ma con i risparmi sostanzialmente intatti. A quelli puntava invece la banda dell'operazione seduzione.
Tutto è cominciato con uno scambio di messaggi via instagram.
Seguono passeggiate romantiche, cene a base di caviale, e alla fine una scappatella in jet privato a Saint Tropez. Qui cominciano i problemi: lui ha dimenticato la carta di credito, è lei a dover pagare. Di ritorno a Parigi, lui le consiglia di vedere la sua Range Rover e di inviare a lui 20mila euro che saprà far fruttare meglio di chiunque. A quel punto Edwige apre gli occhi, «ho capito che non avevo voluto vedere che qualcosa non andava». Lei rifiuta, chiude cuore e portafoglio e lo spinge a confessare minacciando denunce. Lui cede: ammette di essere un attore assoldato per incastrarla, come le guardie del corpo, di chiamarsi Julien. L'inchiesta del Parisien rivela che alla regia c'è una donna, tale Virgine B. con falso passaporto italiano.
Contattata dal Parisien lei nega tutto e assicura di essere stata imbrogliata e di aver sporto denuncia a sua volta. Nel frattempo, il noleggiatore del jet privato aspetta ancora di essere pagato per il ritorno da Saint-Tropez e si è rivalso con l'unica passeggera con regolare carta d'identità, Edwige. «Aspettiamo le conclusioni dell'inchiesta ha detto l'avvocata di Edwige, Anne-Claire Le Jeune e soprattutto che siano identificati i tanti protagonisti che hanno permesso di realizzare un tale montatura. L'obiettivo era depredare la vittima. E dubitiamo che sia toccato solo a Edwige».
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