L'esame di Maturità può far male alla salute. Ecco perché

L'esame di Maturità può far male alla salute. Ecco perché
Notti insonni tormentate da incubi, caffeina, sigarette e genitori invadenti. I giorni che anticipano la maturità sembrano essere un vero tormento, tanto che il 36% dei...

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Notti insonni tormentate da incubi, caffeina, sigarette e genitori invadenti. I giorni che anticipano la maturità sembrano essere un vero tormento, tanto che il 36% dei maturandi li vive con forte ansia. Le preoccupazioni maggiori? Oltre 1 su 3 racconta di avere paura di dimenticarsi tutto quello che ha studiato, un altro 1 su 4 ha il terrore di non riuscire a esprimersi al meglio. Una tensione, la loro, alimentata anche da mamma e papà, che in questo periodo sembrano essere sempre più pressanti. Maschietti tendenzialmente più tranquilli delle femminucce.


«Tutto normale, ma è bene gestire l'ansia ridimensionando la visione dell'esame» afferma Maura Manca, psicoterapeuta e direttrice della testata online AdoleScienza.it, che ha commentato i dati di una web surveydi Skuola.net su mille maturandi. La maturità è apparsa in sogno a più di 1 su 2, a chi una volta sola (19%), a chi addirittura spesso (33%). Un sogno in perfetto stile Nightmare per chi racconta che si tratta di veri e propri incubi (36%). Tra i brutti sogni ricorrenti, troviamo al primo posto quello di non riuscire a prepararsi per tempo (19%), al secondo quello di trovare delle domande impossibili nelle tracce (12%) e al terzo quello di essere bocciati (10%). «Niente di strano - afferma Maura Manca a Skuola.net - attraverso il sogno si elaborano le paure, e gli incubi evidenziano solo che il ragazzo ha una fortissima ansia. Il problema è che dal sogno si rischia di alimentare uno stato di eccessivo stress che potrebbe creare poi un blocco. Quando questi incubi iniziano a diventare troppi bisogna fare attenzione: sono un campanello di allarme che rischia di intaccare l'esito dell'esame.» Le notti in preda ai brutti sogni non sembrano comunque essere l'unico problema dei maturandi. Più l'esame si avvicina, più la tensione porta a cambiare le abitudini del 73% di loro.

Un maturando su 4 nota infatti di mangiarsi le unghie e stuzzicarsi la pelle delle mani più spesso del solito, un altro 1 su 6 circa racconta addirittura di aver iniziato a fumare o di aver aumentato il consumo di sigarette. Lo stesso numero di studenti svela invece di bere più caffè del solito. È ancora 1 su 6 a perdere preziose ore di sonno per studiare. «Sull'esame si investe in maniera eccessiva - spiega ancora la Manca -ed ecco che diventa il grande nemico da sconfiggere generando ansia. Gli studenti devono capire che nel corso degli anni hanno comunque affrontato compiti e verifiche non meno importanti. Dovrebbero vedere le prove singolarmente, una alla volta: se la testa guarda l'insieme del problema, questo potrebbe sembrare troppo grande da gestire e impossibile da affrontare».


Un capitolo a parte meriterebbe il ruolo che i genitori rivestono in questo «tormento». Più di 1 studente su 4 racconta che effettivamente gli stanno più addosso rispetto agli altri periodi dell'anno. Una menzione d'onore spetta alle mamme: stando a quanto affermato dal 55%, sembrano essere loro a interessarsi in misura maggiore all'esame. Un'attenzione, quella dei genitori che, in ogni caso, genera una doppia reazione. Infatti per il 33% alimenta l'ansia da esame, mentre per un altro 30%, al contrario, trasmette maggiore fiducia in se stesso. La psicoterapeuta spiega cosa succede: «I genitori generalmente danno un enorme peso alla scuola a prescindere dall'esame, quindi quando arriva la maturità l'ansia aumenta. Pressano i ragazzi come se fossero loro a doverla sostenere in prima persona, caricandoli a livello emotivo. L'aiuto che deve dare il genitore deve invece essere di tipo pratico: far da mangiare, dare una mano nell'organizzazione di una scaletta e, soprattutto, ascoltare le richieste dei figli. Dall'altra parte i ragazzi non devono arrabbiarsi o tenersi tutto dentro. Al contrario, devono parlare e spiegare quello che provano».
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Il Mattino