«Alcuni sacerdoti gesuiti mi dissero che Fidel era morto con i conforti religiosi. Mi rassicurarono dicendo: 'Stai tranquilla perché Castro è morto...
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«Sono stata a Cuba l'ultima volta un anno e mezzo fa - ha raccontato Anna Maria Traglia - Fidel già stava male. Ci siamo sentiti per telefono fino al 20 maggio scorso, poco tempo prima che morisse. Mi dissero che un sacerdote accudiva tutti i giorni Fidel. Ho visto Castro molto cambiato e un giorno mi disse: 'Penso spesso alle tue parole (alludendo alla fede cristiana, ndr) mi sono reso conto che su tante cose avevi ragione tu e torto iò».
«Ho conosciuto Fidel Castro - ha aggiunto Anna Maria Traglia - tramite Margarita Alcalde che era primo segretario dell'ambasciata cubana a Roma ed era parente di Fidel. Da quel momento diventammo molto amiche e lei venne ad abitare in un appartamento accanto a casa mia. Ci vedevamo tutti i giorni e grazie a lei nel 1975 sono stata invitata a Cuba dal governo. Mi ricordo perfettamente la scena: erano seduti tutti su un divano e Fidel pensava, essendo amica di Margarita che all'epoca aveva 65 anni, che io fossi una vecchietta sua coetanea. Fidel dunque a quell'incontro era andato malvolentieri. All'epoca avevo 27 anni. Sono entrata e Fidel scattando subito in piedi mi disse: 'La primavera del Botticellì».
Anna Maria ha inoltre raccontato un episodio che coinvolse lo zio cardinale all'epoca vicario di Roma: «Parlai con mio zio perché mio padre mise il veto assoluto su questa storia. Mio zio era un uomo illuminato colto e intelligente. Gli presentai Margarita e lui le disse: "Anna Maria deve rimanere con la sua famiglia e i suoi figli. Lo dica a Castro"».
La signora Traglia fu anche testimone del primo incontro tra l'allora mons. Agostino Casaroli e Fidel Castro sull'isola: «Ero stata invitata a cena dal nunzio. Le suore canadesi che lo accudivano ad un certo punto tutte spaventate dissero: "Eccellenza il comandante sta arrivando". Il nunzio rimase molto impressionato e disse di non poterlo ricevere perché era presente Casaroli in quel momento e non c'erano istruzioni vaticane su un eventuale incontro. E invece Fidel si presentò. Fui proprio io a presentare il futuro segretario di Stato vaticano in missione diplomatica sull'isola a Fidel Castro. E tra i due ci fu subito una grande simpatia». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino