I fiumi di tutto il mondo imbottiti di antibiotici: ecco il più inquinato d'Europa

I fiumi di tutto il mondo imbottiti di antibiotici: ecco il più inquinato d'Europa
Il più inquinato d'Europa è il bel Danubio blu, con una presenta di antibiotici nell'acqua ben al di sopra dei limiti di sicurezza. Il Tamigi, considerato...

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Il più inquinato d'Europa è il bel Danubio blu, con una presenta di antibiotici nell'acqua ben al di sopra dei limiti di sicurezza. Il Tamigi, considerato tra i più puliti, non naviga in acque migliori, perché insieme ad alcuni suoi affluenti, è popolato da una miscela di cinque antibiotici. In particolare la ciprofloxacina che tratta le infezioni della pelle e delle vie urinarie. Insomma, sui fiumi di tutto il mondo aleggia la minaccia di un inquinamento che, in alcuni casi, è di 300 volte superiore ai valori considerati sicuri dall'Amr industry alliance, coalizione privata impegnata contro la minaccia dei superbatteri invulnerabili alle cure.


A segnalare lo stato dei principali corsi d'acqua è un maxi studio dell'università di York, sulla base del quale anche l'Agenzia europea del farmaco è tornata a muoversi, invitando tutte le aziende del settore a sviluppare nuovi prodotti contro le infezioni batteriche, offrendogli la consulenza di una sua task force. «Molti scienziati ora riconoscono il ruolo dell'ambiente nello sviluppo della resistenza agli antibiotici - spiega Alistair Boxall, uno degli autori della ricerca inglese -. I nostri dati dimostrano che la contaminazione dei fiumi può essere uno dei veicoli».



I SITI MONITORATI
Nello studio sono stati testati i fiumi di 72 paesi in sei continenti, dal Mekong fino al Tevere, passando per Tigri, Tamigi, Senna e Danubio. Analizzata la presenza dei 14 antibiotici più comuni. Il risultato non può che preoccupare, visto che è stata trovata una presenza di medicinali antibatterici nel 65% dei siti monitorati. La maglia nera va al Bangladesh dove la percentuale di Metronidazolo, usato principalmente per alcune infezioni batteriche della pelle e della bocca, è a un livello 300 volte maggiore rispetto a quello considerato di sicurezza. «I limiti di sicurezza sono superati prevalentemente in Asia e Africa - chiariscono gli autori -, ma anche in Europa e in America ci sono livelli di contaminazione preoccupanti, il problema è globale».

L'antibiotico più comune individuato è stato il trimetroprim, usato per le infezioni urinarie, presente in 307 dei 711 siti testati, mentre la ciprofloxacina è il farmaco fra quelli monitorati che supera più volte i livelli di sicurezza, in 51 campioni. Le situazioni peggiori sono state riscontrate in Bangladesh, Kenya, Ghana, Pakistan e Nigeria, mentre in Europa è in Austria il sito più inquinato. Il Tamigi ha una concentrazione di antibiotici di 233 nanogrammi per litro, mentre in Bangladesh è 170 volte superiore. I siti più inquinati sono di solito vicino a impianti di trattamento dei rifiuti o in zone instabili dal punto di vista della sicurezza.

I DANNI
Senza uno sforzo importante per contenere l'uso inappropriato degli antibiotici e la diffusione di batteri sempre più resistenti, rileva l'Ema (l'Agenzia europea per i medicinali), le malattie più comuni diventeranno incurabili, mentre le procedure mediche salvavita saranno sempre più rischiose da eseguire. Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), circa 700mila persone ogni anno muoiono a causa di infezioni resistenti ai farmaci. Una cifra destinata ad arrivare a 10 milioni di morti entro il 2050, se non verranno presi provvedimenti. Da qui l'invito dell'Ema alle aziende affinché sviluppino nuovi farmaci o aumentino l'impegno sulla prevenzione di infezioni batteriche potenzialmente letali. Una missione per cui ha deciso di offrire gratuitamente il supporto e la consulenza della sua Innovation Task force (Itf), un gruppo che normalmente è a disposizione dell'industria del farmaco per le terapie innovative. Ogni nuovo prodotto per il trattamento di infezioni batteriche o fungine potenzialmente letali potrà essere valutato con il gruppo dell'Ema, che contribuirà a dare la priorità e velocizzare lo sviluppo di questi farmaci.

Il team di ricerca sta ora pianificando di valutare gli impatti ambientali dell'inquinamento da antibiotici sugli animali selvatici, inclusi pesci, invertebrati e alghe. Si aspettano effetti gravi.
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Il Mattino