Perugia, detenuto fondamentalista aggredisce agente in carcere

Perugia, detenuto fondamentalista aggredisce agente in carcere
PERUGIA - Un’aggressione «brutale e violenta», commessa da «un detenuto già noto alle cronache penitenziarie per il suo fondamentalismo...

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PERUGIA - Un’aggressione «brutale e violenta», commessa da «un detenuto già noto alle cronache penitenziarie per il suo fondamentalismo islamico e per essere stato protagonista di molti eventi critici durante la detenzione»: è quanto denuncia il sindacato autono di polizia penitenziaria, Sappe, per voce del segretario regionale umbro Fabrizio Bonino.


«Questo detenuto ha aggredito senza una ragione il poliziotto penitenziario di servizio e ha fomentato gli altri detenuti islamici, invitandoli a lesionarsi il corpo - prosegue Bonino -. L’uomo, uno straniero, era già in isolamento per esser stato protagonista di altri eventi critici durante la detenzione. Ha commesso una folle aggressione, ingiustificata, che deve fare seriamente riflettere visto che è stata commessa da un detenuto votato alla causa della Jihad e particolarmente violento. Al collega ferito va la nostra solidarietà e vicinanza ma, ripeto, quel che è successo deve fare seriamente riflettere».


E da Roma arriva la denuncia del segretario generale del Sappe Donato Capece sui rischi della radicalizzazione violenta e del proselitismo all’interno degli istituti penitenziari del fondamentalismo islamico. «Quel che è accaduto nel carcere di Perugia Capanne deve fare seriamente riflettere, ma il SAPPE denuncia la gravità della situazione. La Polizia Penitenziaria monitora costantemente, attraverso gruppi selezionati e all’uopo preparati, la situazione nelle carceri, per adulti e minori, al fine di accertare l’eventuale opera di proselitismo del fondamentalismo islamico nelle celle, anche alla luce dei tragici fatti accaduti all’estero. Ma per fare questo servono fondi per la formazione e l’aggiornamento professionale dei poliziotti penitenziari e nuovi Agenti. Il Ministero della Giustizia parla della presenza di 39 detenuti radicalizzati e di almeno 300 quelli ritenuti a rischio di radicalizzazione. A nostro avviso è un dato sottostimato, se solo si considera che sui 54.195 detenuti "ospitati" nelle carceri italiani ben 18.311 sono stranieri. Di questi 10mila sono musulmani, la stragrande maggioranza dei quali è praticante. Ciò nonostante, noi Polizia Penitenziaria siamo sotto organico di 8mila Agenti e la Legge di stabilità ha bocciato un emendamento che avrebbe permesso l'assunzione di nuovi Agenti, a cominciare dall’assunzione degli idonei non vincitori dei precedenti concorsi, già pronti a frequentare i corsi di formazione. Per questo abbiamo, in più occasioni, sollecitato il Ministro della Giustizia Andrea Orlando per ottenere assunzioni straordinari per il Corpo di Polizia Penitenziaria». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino