Dopo una notte d'inferno sospesi nel vuoto è finito l'incubo vissuto sulla cabinovia panoramica del Monte Bianco. I tecnici francesi sono riusciti a riparare...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Le operazioni di soccorso, che ieri sera erano state interrotte per la fitta nebbia, in realtà sono poi riprese durante la notte.
Alcuni psicologi che operano in collaborazione con il Soccorso alpino sono impegnati dal pomeriggio di ieri al rifugio Torino, a 3.375 metri, per dare assistenza ai passeggeri riportati a terra. «Dopo uno choc importante - dice uno degli psicologi - è fondamentale la prima assistenza per superare il panico e il disagio. In alcuni casi, poi, bisognerà pensare a un vero e proprio programma di recupero».
«È stata molto dura, 18 ore in tre o quattro persone, senza cibo e senza bagno. C'è stata poca comunicazione con la compagnia francese della telecabina», ha detto una delle persone evacuate dalla cabinovia panoramica francese del Monte Bianco, un uomo di Barcellona (Spagna). «Faceva freddo, c'erano tre gradi», ha aggiunto prima di essere trasferito su un pulmino con gli altri evacuati. «Sto bene, i soccorritori italiani sono stati stupendi», ha raccontato un altro passeggero. L'uomo, un italiano, non si è fatto prendere dal panico: nonostante la situazione difficile ha «passato la notte dormendo», ha aggiunto.
«Ho avuto paura ieri sera, c'era la nebbia e si capiva che l'elicottero non avrebbe potuto operare. È stato il momento più difficile», è il racconto di Laura Bettini, di Vicenza, dopo essere stata evacuata dalla cabinovia panoramicaì. «Cosa ho patito di più? L'assenza di informazioni. Se ci fosse stato un interfono o qualcuno dall'elicottero che ci avesse aggiornato, sarebbe stato più facile gestire la situazione». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino