Cinque anni di carcere per omicidio stradale plurimo. È la richiesta della Procura di Roma nei confronti di Pietro Genovese, il giovane ventenne che la notte tra il 21 e il...
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Roma, Gaia e Camilla morte a Corso Francia, la super-perizia: «Genovese non poteva vederle»
Il giovane, jeans neri e capelli più lunghi rispetto alle sue foto visibili sui social network, ha esordito dicendosi «affranto» su quanto avvenuto e ammettendo che «anche la sua vita è distrutta».
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«Ero andato ad una festa a casa di un mio amico che rientrava a Roma dal progetto Erasmus. Abbiamo quindi deciso di tornare a casa e ho imboccato Corso Francia. Ricordo - ha detto - che il semaforo era sul verde e ho ripreso la marcia, sono ripartito». Le parole dell'imputato non hanno convinto i familiari delle due giovani vittime. Le mamme di Gaia e Camilla hanno seguito in aula la ricostruzione di Genovese. «Sono profondamente delusa dalle sue dichiarazioni, sembrava una recita, lui era indifferente a quello che è successo - ha detto Cristina Romagnoli, mamma di Camilla. Non si è mai voltato a guardarci. Non ha mai chiesto perdono».
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La donna, apparsa visibilmente provata al termine dell'udienza non ha risparmiato forte critiche all'atteggiamento tenuto in aula dall'imputato. « Genovese ha ribadito le sue assurdità, come quella di essersi fermato e di non averle viste - ha detto la donna assistita dall'avvocato Cesare Piraino -. Al di là del 'sono affrantò, non ci ha detto altro. Non si è mai girato. Sembrava che seguisse un copione imparato a memoria». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino