Gambizzato a colpi di fucile a Ceprano, ipotesi avvertimento: ma la vittima non collabora con i carabinieri

Gambizzato a colpi di fucile a Ceprano, ipotesi avvertimento: ma la vittima non collabora con i carabinieri
Ha trovato la forza di raggiungere la sua automobile e di recarsi al punto di assistenza territoriale di Ceprano, con le gambe ferite e sanguinanti. Da lì lo hanno condotto...

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Ha trovato la forza di raggiungere la sua automobile e di recarsi al punto di assistenza territoriale di Ceprano, con le gambe ferite e sanguinanti. Da lì lo hanno condotto in ambulanza all’ospedale “Spaziani” di Frosinone dove si trova ricoverato e sotto sorveglianza. Al momento la Procura di Cassino non ha disposto provvedimenti a suo carico e sul caso, in generale, viene mantenuto stretto riserbo. 

 

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Le uniche certezze sono che l’uomo di Frosinone, 35 anni, è stato gambizzato. Colpito alle gambe da due colpi esplosi da un fucile. L’episodio è avvenuto nella notte tra mercoledì e ieri appunto a Ceprano, ma è l’unica cosa che emerge. Perché la vittima, per il resto, si è chiusa nell’assoluto mutismo. La sorveglianza, invece, è una precauzione legata al fatto che qualcuno potrebbe decidere di tornare a “finire” il lavoro. 


LA VITTIMA

I carabinieri, che stanno seguendo il caso, conoscono l’uomo per piccole vicende pregresse, sembra legate al mondo della droga anche se non vi sono certezze in tal senso. Gli investigatori, comunque, sono convinti che si tratti di un avvertimento in piena regola. Una gambizzazione, ma perché? Lui non lo dice, così i militari scavano nei suoi rapporti, nelle ultime telefonate ricevute, nella documentazione che sono riusciti a recuperare. Poi ascolteranno anche persone vicine alla vittima, ma è evidente che lui e i suoi conoscenti manterranno la consegna del silenzio.  Il ferito, secondo gli investigatori, sa benissimo chi gli ha sparato, dove (che servirebbe almeno a ricostruire la scena o magari a recuperare i video di qualche telecamera di sorveglianza) e perché, ma tace. Oltre a presentarsi al punto di assistenza territoriale sanguinante e chiedere aiuto, non ha fatto altro. 
Il personale sanitario, trattandosi di ferite da arma da fuoco, ha immediatamente chiamato un’ambulanza per il trasporto nell’ospedale del capoluogo.  Al tempo stesso ha avvertito i carabinieri che sono arrivati poco dopo e hanno preso il referto, quindi hanno chiesto le certificazioni dello “Spaziani” dove l’uomo è stato medicato e ricoverato. Ne avrà per un mese, a causa delle profonde ferite, ma i colpi a quanto sembra non sono stati trattenuti. 


GLI ACCERTAMENTI


Che si tratta di un fucile lo avrebbe riferito la stessa vittima, ma anche le ferite riportate lasciano pensare a un’arma del genere. Il resto è avvolto in una densa coltre di mistero. Chi e perché abbia sparato - al momento - è un rebus che i carabinieri cercheranno di risolvere nelle prossime ore.
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Il Mattino