Gb, uccide uno storico per rubargli un libro del valore di 50mila sterline: poi si scatta un selfie sul luogo del delitto

Gb, uccide uno storico per rubargli un libro del valore di 50mila sterline: poi si scatta un selfie sul luogo del delitto
Indebitato fino al collo, con due figli da crescere, malato di diabete e ingrassato fino a pesare 160 chili, a 50 anni Michael Danaher ha deciso di dare alla sua vita una svolta...

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Indebitato fino al collo, con due figli da crescere, malato di diabete e ingrassato fino a pesare 160 chili, a 50 anni Michael Danaher ha deciso di dare alla sua vita una svolta horror: ha stilato una lista di celebrità e persone ricche come possibili obiettivi di furti, rapimenti e ricatti, tra cui figuravano anche Kate Moss e il calciatore Rio Ferdinand. Una svolta folle, stroncata sul nascere subito dopo il primo delitto, che lo ha portato dritto dritto all'ergastolo: dopo un processo durato poco più di tre settimane, sono bastate tre ore di camera di consiglio all'Oxford Crown Court per condannarlo per aver ucciso a coltellate il 6 aprile scorso a Oxford, in Gran Bretagna, il 42enne Adrian Greenwood, storico e commerciante di libri. 


Il delitto avvenne quando Michael fu sorpreso da Adrian mentre stava rubando in casa propria una copia rarissima della prima edizione del libro "The wind in the willows" (Il vento tra i salici) di Kenneth Grahame, pubblicato nel 1908: un volume del valore di 50mila sterline. La colluttazione che ne scaturì fu feroce: il giorno dopo Adrian venne trovato morto dalla donna delle pulizie. Aveva un braccio rotto, una trentina di ferite su tutto il corpo e 16 coltellate al petto e alla gola. Un massacro in piena regola al termine del quale l'assassino, nel suo delirio, si è scattato un selfie agghiacciante sul luogo del delitto prima di fuggire con il preziosissimo libro, una macchina fotografica e altri oggetti rubati in casa della vittima: in quel momento si sentiva padrone del mondo e sicuro di sé, a tal punto da mettere in vendita il volume su e-Bay il giorno successivo. 

Una volta smascherato (l'arma del delitto e gli stivali insanguinati, insieme a una pistola, sono stati trovati nell'appartamento di Michael, a Peterborough), in tribunale tutta quella sicurezza è svanita: davanti ai giudici ha farfugliato accampando improbabili scuse, raccontando di essere stato lui, mentre comprava dei libri, a essere aggredito da Adrian che lo avrebbe insultato in vari modi definendolo "ciccione". L'ipotesi della legittima difesa, però, non ha sfiorato neanche per un istante la giuria, che non ha creduto minimamente neanche all'esistenza dell'"uomo misterioso" di cui ha parlato Michael: l'assassino, infatti, ha raccontato che la lista di celebrità da derubare e rapire gli era stata consegnata da una persona di cui aveva paura e di cui non aveva il coraggio di fare il nome. 


Alla fine, quindi, il tribunale ha concordato pienamente sul fatto che l'assassino avesse agito dopo aver premeditato e pianificato il delitto. «Nonostante il fatto che a 50 anni Danaher non avesse precedenti penali né segnalazioni - ha detto il giudice Pringle - è chiaro che nel 2015 aveva stilato questa lista di persone - probabilmente per derubarle o svaligiarne le case - o forse rapirle e tenerle in ostaggio per ottenere dei riscatti. Così come è chiaro che fosse ossessionato dall'idea di puntare a personaggi famosi». Un'ossessione sfociata nelle torture inflitte ad Adrian Greenwood, così feroci da ucciderlo. Allo stesso modo, i giudici non si sono lasciati impietosire dall'avvocato difensore che aveva segnalato come il suo assistito, a causa del diabete e delle cattive condizioni generali di salute, avrebbe avuto seri problemi in carcere. Michael dovrà restare tutta la vita in prigione e, anche nel migliore dei casi, se ottenesse uno sconto di pena per buona condotta, non potrebbe comunque uscire prima di altri 34 anni, quando ne avrà 84. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino