Difende un'amica in discoteca, 18enne seguito e pestato a sangue nel parcheggio

Giacomo Nardo 18 anni
«Se sto bene, sabato torno in discoteca»: così Giacomo Nardo, 18 anni, il ragazzo di Camponogara che sabato sera è stato picchiato da due suoi coetanei...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Se sto bene, sabato torno in discoteca»: così Giacomo Nardo, 18 anni, il ragazzo di Camponogara che sabato sera è stato picchiato da due suoi coetanei nel parcheggio di una discoteca di Tremarende, nel Padovano. Dopo lo choc iniziale, e i due giorni di ricovero all'ospedale di Dolo, il ragazzo vuole ripartire e affronta il brutto episodio con la positività tipica di un giovane della sua età: «Io ho solo fatto un gesto buono, ho difeso una mia amica, che conosco da quando siamo piccoli, e se tornassi indietro lo rifarei. La stavano importunando, io sono intervenuto mandandoli via, forse con un po' di aggressività ma solo nelle parole, per difenderla. Solo che a fine serata loro sono passati ai fatti».


Il diciottenne, seguito nel parcheggio della discoteca, si è voltato per vedere chi lo stesse chiamando e lì è stato colpito: prima con un pugno ben assestato che gli ha spaccato il labbro, poi con un calcio che gli ha rotto il naso, finché era già a terra stordito. Poi sono seguiti altri colpi che gli hanno provocato varie contusioni al volto e al corpo. «Ho saputo - racconta Giacomo - che uno dei ragazzi che mi ha aggredito probabilmente fa arti marziali miste, dunque sapeva come colpire per fare del male. Il pensiero che potesse andarmi peggio di così è la cosa che più mi ha spaventato».
  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino