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Tra i problemi che affliggono il Giappone ce n'è uno sul quale i politici locali si arrovellano da anni, ma al quale nessuno sembra in grado di porre rimedio: il calo delle nascite. Mentre la società nipponica continua a invecchiare: l'anno scorso ha registrato il deprimente record di 865.000 bebè venuti alla luce, mai così pochi nella storia recente del paese del Sol levante.
In un contesto come quello giapponese - dove i figli si fanno (quasi sempre) nell'ambito di una famiglia tradizionale - sul banco degli imputati sono finiti i matrimoni, sempre di meno e spesso tra coppie in età già avanzata. Ma se gli amministratori in carne e ossa finora non sono riusciti a trovare nessuna soluzione, adesso gli stessi governanti hanno deciso di affidarsi alla tecnologia, più precisamente l'intelligenza artificiale (AI). L'esecutivo guidato dal conservatore Yoshihide Suga ha infatti annunciato un finanziamento da 19 milioni di dollari per sistemi basati sulla AI in grado di aiutare anche i giapponesi più ricalcitranti a trovare l'anima gemella. In realtà un primo esperimento basato su questa tecnologia (che funziona grazie ad algoritmi tanto più complessi ed efficaci quanto maggiore è la quantità di informazioni-dati personali che li alimenta) è già stato avviato localmente, utilizzando però pochi, semplici parametri - quali l'età e il reddito per determinare il grado di compatibilità di una coppia.
E i primi risultati sono stati tutt'altro che incoraggianti.
Il Giappone ha la popolazione con l'età media più alta al mondo, 48 anni (l'Italia segue a ruota, con 47). L'invecchiamento, dovuto al calo delle nascite e all'aumento dell'aspettativa di vita, sta provocando uno stress sempre maggiore sulle casse dello Stato, costretto a spendere sempre di più in pensioni e servizi sociali e sanitari. Ma per il Giappone il problema, oltre che finanziario, potrebbe rivelarsi esistenziale. Il tasso di fertilità - ovvero il numero di figli che ogni donna dà alla luce - registrato nel 2019 è stato 1,36, tra i più bassi del mondo e ben lontano dall'equilibrio demografico, ovvero la situazione in cui i nuovi nati rimpiazzano i morti. Se non si riuscirà a invertire la rotta, i giapponesi, che nel 2017 erano 128 milioni, alla fine di questo secolo saranno meno di 53 milioni.
Chi critica l'iniziativa del governo ricorda che ci sono metodi più immediati per incrementare il tasso di natalità, come il sostegno ai redditi di neoassunti e precari e misure in favore delle giovani madri. «Se le persone selezionate (dall'AI) non sono interessate a mettersi assieme, il sistema risulterà inutile - ha commentato alla BBC Sachiko Horiguchi, antropologa della Temple University di Tokyo - Se dobbiamo contare sulla tecnologia, forse dei robot che sbrighino le faccende domestiche o che si occupino dei bambini potrebbero rivelarsi più utili». Questione di punti di vista. A questo proposito, sarà interessante esaminare le misure del colossale piano varato ieri da Suga: oltre 700 miliardi di dollari per favorire «una nuova crescita, salvaguardare il benessere della popolazione, mantenere i livelli di occupazione e far andare avanti le attività commerciali». E le giovani coppie?
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