Ore 10,28,. L'ex carabiniere Giuseppe Di Bello si inoltra dove nessuno finora si era spinto nelle ricerche del piccolo Gioele Mondello, nella boscaglia più fitta, nei...
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Il corpicino che quasi certamente appartiene al bambino di 4 anni era straziato «dagli animali selvatici. È stato un dono di Dio, ritrovarlo», aggiunge il carabiniere in congedo. Gli animali, anche cani e maiali, potrebbero aver trascinato il corpo fin lì, a circa 700 metri dal tralicco dove è stata trovata la mamma.
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«È stato straziante vedere quel tronco di bambino senza arti, con un pezzetto di femore e null'altro», racconta uno dei soccorritori. «C'è anche un ciuffo di peli, non si sa se sono del bimbo o di un animale accanto ai resti».
Il procuratore di Patti: «Perché trovato da un volontario? Lo appureremo»
«Appureremo anche questo ma a me in questo momento non interessa chi lo abbia cercato o trovato, l'importante è averlo trovato.
L'ex carabiniere
Giuseppe Di Bello, 55 anni, è un ex carabiniere di Capo D'Orlando. Il militare in congedo questa mattina aveva raccolto l'appello di Daniele Mondello, padre di Gioele, unendosi ad alcune centinaia di volontari che hanno cominciato a perlustrare la zona attorno all'autostrada Messina-Palermo. L'uomo dopo aver trovato i resti ha chiamato i vigili del fuoco che a loro volta poi hanno girato la segnalazione al magistrato che coordina l'inchiesta, il procuratore di Patti Angelo Cavallo, e alla polizia scientifica.Francesco Radicic, un altro volontario che era insieme all'ex carabiniere, ha detto che Di Bello era molto motivato: «aveva in mano una falce con cui si è fatto largo in mezzo ai rovi e a una fitta vegetazione fino a trovare i resti».Leggi l'articolo completo su
Il Mattino