Primo in Italia tre anni fa, primo in Europa oggi, inanellando record impegnativi. Eccellenza napoletana che si è distinta brillantemente e fatta valere seriamente,...
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Il lavoro, incentrato sulle stenosi coronariche e nell’individuazione di quelle più pericolose per la salute, è stato selezionato tra oltre diecimila progetti presentati, considerando che il congresso di Barcellona risulta il più grande al mondo e conta trentamila iscritti. Non si tratta infatti di un primato isolato ed estemporaneo, frutto di casualità o fortuna. «Già nel 2013 ho ricevuto il premio giovane ricercatore consegnatomi dalla Società Italiana di Cardiologia con uno studio sulla trombosi». Arrivano conferme gratificanti, complimenti e attestazioni di stima dai colleghi, che ricompensano intensi anni di sacrifici, passione e dedizione in Italia e all’estero, dopo aver perfezionato e aggiornato preparazione e bagaglio scientifico. «Specializzando fino allo scorso luglio presso l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli sotto la guida del professore Paolo Golino, mi sono diviso tra l’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta e il Monaldi. L’ultimo biennio della specializzazione l’ho trascorso al Cardiovascular Center di Aalst, diretto dal professore De Bruyne. Il mio mentore è stato Emanuele Barbato, professore di cardiologia della Federico II». Parentesi fondamentale in Belgio ed esperienza di crescita umana e professionale. «Lì mi sono occupato principalmente di cardiologia interventistica e la mia attività di ricerca si è dedicata soprattutto allo studio della fisiologia coronarica. Occasione interessante per collaborare con i grandi nomi della cardiologia e fare il salto di qualità».
Rispetto ad altri stati più avanzati l’Italia investe in misura minore, ancora poco nei fondi alla ricerca e destina risorse purtroppo non sufficientemente considerevoli. Da qui il fenomeno tristemente noto della “fuga dei cervelli”. Per quale motivo è ritornato nei confini nazionali? «Credo che bisogna continuare a dare una speranza al nostro Paese, perché si possono raggiungere grossi traguardi nei contesti giusti e con le persone adeguate e motivate».
Tifoso assiduo, non perde mai di vista le imprese di capitan Hamsik e compagni. «Sono appassionato di sport in generale e di calcio in particolare. Il Napoli la mia squadra del cuore, che non ho smesso di seguire neanche la sera prima della cerimonia di premiazione al Napoli Fans Club di Barcellona». Non si vede bene che col cuore (l’essenziale è invisibile agli occhi….) anche per Giovanni Ciccarelli, eccellenza nostrana e cardiologo dall’indubbio cuore azzurro.
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Il Mattino