Il problema del Paese è la crescita. Mentre il governo mette a punto la propria risposta a Bruxelles, dalle audizioni parlamentari sulla legge di bilancio emerge la...
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Sul tema della crescita si è soffermato l'Ufficio parlamentare di Bilancio, che nei giorni scorsi non aveva convalidato il quadro programmatico del governo. «Il rallentamento congiunturale già sottolineato si è ulteriormente accentuato - ha osservato il presidente Giuseppe Pisauro - secondo le stime di breve termine la crescita del 2019 già acquisita risulterebbe pari allo 0,1 per cento, rendendo l'obiettivo» dell'1,5% del Pil per il 2019 «ancora più ambizioso». Di conseguenza il rapporto deficit/Pil salirebbe al 2,6%. Anche il presidente della Corte dei Conti Angelo Buscema ha fatto osservare che il traguardo dell'1,5% «richiederebbe una ripartenza particolarmente vivace e una ripresa duratura». Le osservazioni della magistratura contabile si sono concentrate anche sulle misure fiscali, tra cui il condono, per il quale esisterebbero dubbi di costituzionalità, e la cosiddetta flat tax per i lavoratori autonomi, che favorirebbe l'evasione.
Nel pomeriggio sono stati ascoltati dalle commissioni Bilancio di Camera e Senato anche i rappresentanti di Confindustria, delle banche e quelli dei costruttori. Il presidente degli industriali Boccia ha ribadito che gli annunciati pensionamenti anticipati non potranno garantire un ugual numero di assunzioni di giovani. L'Abi non ha mancato di evidenziare come gli inasprimenti fiscali a carico degli istituti di credito avranno come un impatto sulla loro capacità di sostenere l'economia, e quindi su famiglie e imprese. L'Ance invece ha messo in dubbio la capacità del governo di spingere davvero gli investimenti con la legge di bilancio. Gli obiettivi appaiono irrealizzabili, ha sostenuto il presidente Gabriele Buia, perché gli stanziamenti saranno ancora una volta bloccati dalle complesse procedure. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino