La partenza del governo un po' arruffata era nelle cose, visto l'accumulo di questioni generato dalla lunga gestazione. Ma cominciare ad andare in giro per capitali...
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E così Giuseppe Conte ieri sera, al vertice convocato per discutere di migranti e della nave Aquarius, ha provato a stringere i leader dei due partiti alleati che devono ancora completare l'intesa sia sui posti di sottogoverno che sulle presidenze delle Commissioni. L'idea di Conte sarebbe quella di portare i nomi di vice e sottosegretari nel consiglio dei ministri di oggi in modo da chiudere un tormentone che dura già da troppo tempo. Non tutte le questioni sono però chiarite, a cominciare da quella strategica sulle telecomunicazioni, che da giorni è al centro di un vero e proprio braccio di ferro tra M5S e Lega. Entrando ieri sera a palazzo Chigi Matteo Salvini non ha escluso che alla fine la delega possa rimanere dentro al ministero dello Sviluppo e quindi in capo a Di Maio. Il leader della Lega e ministro dell'Interno non vuole farne una battaglia da fine mondo, ma la competenza riguarda la questione di un alleato con il quale il Carroccio intende mantenere buoni rapporti. Il veto grillino su Armando Siri però resta e non è facile individuare un altro nome che piaccia soprattutto a Salvini.
Alla Farnesina è salda la candidatura di Emanuela Del Re, proposta dal M5S come ministro degli Esteri prima del voto, mentre al Mef è in corsa per i grillini Laura Castelli insidiata da Stefano Buffagni (super esperto in partecipate), ai quali potrebbe accompagnarsi il leghista Massimo Garavaglia. Al super ministero Mise-Lavoro, in quota Carroccio si fa avanti Alberto Brambilla mentre Nicola Molteni o Stefano Candiani potrebbero fare da vice al Viminale, il leghista ligure Edorardo Rixi è in pole per i Trasporti, i 5 Stelle Nunzia Catalfo e Luca Frusone sono in corsa come vice di Di Maio e Trenta.
Pronti, i Cinquestelle, anche sulle commissioni e le rispettive presidenze. Al tavolo i grillini si presentano con più di una opzione. A Montecitorio, per la commissione Attività produttive sarebbe stato indicato Davide Crippa (in alternativa Mattia Fantinati). Per le Politiche Ue è in pole il tesoriere M5S Sergio Battelli davanti Carlo Ugo De Girolamo. Fabiana Dadone, se non entra al governo, è uno dei nomi più accreditati per la presidenza della commissione Affari costituzionali. Vittorio Ferraresi o Giulia Sarti vengono dati alla guida della commissione Giustizia mentre per la Difesa si fanno i nomi di Emanuela Corda, Gianluca Rizzo e Angelo Tofalo. Alla commissione Esteri puntano Manlio Di Stefano ed Emanuela Del Re, qualora non dovesse spuntarla come viceministro alla Farnesina. Per la commissione Finanze circolano i nomi di Carla Ruocco e Alessio Villarosa. A Palazzo Madama il chirurgo Pierpaolo Sileri potrebbe sedersi al vertice della commissione Sanità. Nunzia Catalfo viene data per la commissione Lavoro e previdenza sociale, Gianni Girotto e Gianluigi Paragone per la presidenza della commissione Industria, commercio e turismo. Ai Lavori pubblici potrebbe trovare spazio Andrea Cioffi, per il quale si ipotizza anche un incarico come sottosegretario ai Trasporti. A Gianluca Perilli potrebbe andare la commissione Affari costituzionali del Senato, mentre per la presidenza dell'Antimafia sarebbe in pole Nicola Morra. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino