Nel «giro di pochi giorni» il governo si darà un'agenda di priorità: in cima, la riforma del fisco, con la revisione delle aliquote Irpef e forse...
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Conte a Sofia: calo spread consente di liberare risorse
Il premier tiene i contatti con i capi dei partiti, sente spesso Nicola Zingaretti, incontra il reggente M5s Vito Crimi, e assicura che le fibrillazioni del Movimento non impatteranno sul governo: la verifica non rallenterà per aspettare gli Stati generali del Movimento. Una delle ragioni è anche che con Roberto Gualtieri il premier intende iniziare a «lavorare con grande anticipo sulla manovra» e cioè presentare già ad aprile la riforma fiscale. Il ministro dell'Economia ribadisce di voler scrivere il disegno di legge per riformare l'Irpef e promette che i decreti attuativi saranno pronti entro il 2020, così che il taglio delle tasse sia effettivo già dal prossimo anno. Su come farlo, però, la discussione si annuncia tutt'altro che semplice, perché ogni partito ha la sua ricetta e già Iv chiede di inserire lo stop a «sugar» e «plastic tax». Ma la novità è che rimodulare le aliquote Iva non è più un tabù: si discuterà di come farlo. Nel giorno dell'avvio della verifica nessun partito alza davvero i toni. Ma ciascuno marca le sue parole. Il segretario Pd Zingaretti invoca «una nuova stagione di cambiamento» da affrontare con «calma, gesso e pancia a terra». I Dem a più voci invocano un tagliando a reddito di cittadinanza e quota 100. Ma sul fronte della discontinuità urtano contro i Cinque stelle, che non intendono smentire quanto fatto con il governo «gialloverde»: «Non si toccano», dice la ministra Nunzia Catalfo. Di più. Vito Crimi respinge l'idea di una confluenza dei Cinque stelle nel campo del centrosinistra e difende battaglie come il reddito di cittadinanza: «Abbiamo un nostro campo, fatto dei nostri valori». Conte, pur lavorando perché i temi dell'agenda di governo si amalgamino proprio in funzione di future alleanze, placa gli ardori e indica una via mediana: «Più che rivedere il reddito di cittadinanza dobbiamo completarlo».
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Il Mattino