La Tav è la Tav. Ma giù le mani da un'idea di sviluppo, dalla connessione grandi opere-crescita, cioè lavoro, innovazione, anti-palude da solita Italia....
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Il problema però è che la Tav è a rischio. «Vedremo quando arriva la relazione tecnica sui costi-benefici, e a quel punto si deciderà. Bisogna fare le cose per bene, senza forzature e con cognizione di causa. Non vedo perché precipitare tutto. A gennaio potrebbe esserci la relazione, vediamo...». Così dice Salvini. Dove invece è più energico, determinato, è su tutto il resto. «Vanno portate a termine tutte le grandi opere cominciate. Vedo che gli amici 5 stelle vogliono fermare la Pedemontana, ma sarebbe un'assurdità. Il 4 dicembre aprono i primi dieci chilometri di questa infrastruttura cruciale. E dovremmo dire no grazie, smantelliamo tutto? La stessa cosa vale per il Mose di Venezia. Manca soltanto il 5 per cento per terminare l'opera e dovremmo smontare le dighe? Suvvia. E sul Tap, sull'Ilva, sul Terzo Valico, sul Brennero: occorre costruire e finire di costruire senza lasciare le cose per aria. Ne va della credibilità di un Paese, oltre che della vita pratica dei suoi cittadini. Non si può vivere dove è bloccato tutto».
E dunque, nessuna polemica diretta con i 5 stelle ma la polemica c'è. Riguarda più in generale, prima ancora delle scelte politiche, l'approccio culturale che è diverso tra Lega e M5S. Salvini approfitta della scuola di formazione politica della Lega, allestita a Milano dal sottosegretario Armando Siri, e ai ragazzi si rivolge sottolineando quanto la conoscenza sia la chiave del futuro. Ma non è un discorso neutro: «L'onestà non accompagnata dalla competenza - dice ai ragazzi - è un disastro». Salvini, sta dicendo che è un disastro la Raggi, che sono un disastro i 5 stelle, che è disastrosa la neopolitica dell'uno vale uno? Dice che è un ragionamento generale il suo, ma questo di Salvini si adatta perfettamente ai partner di governo: «L'onesta è un prerequisito, non può essere sbandierata come la vera cosa che conta. È una condizione necessaria ma non sufficiente, secondo me. Se c'è un medico onestissimo ma non bravo, io non ci vado. Se c'è un pilota onestissimo ma incapace, preferisco prendere il treno». Ad alta velocità naturalmente? Ride il capo rossonero dei lumbard, mentre si avvia a San Siro per vedere Milan-Juve è un tifoso del Napoli gli fa: «Mi raccomando, vincete per noi». Ma poi arriva il rigore maledetto che ha sbagliato Higuain.
Con Toninelli, sulla Tav, Salvini si è sentito ieri. Oggi, Salvini incontra Conte e Di Maio e martedì - anticipa - «scriveremo la lettera all'Europa sulla manovra. Vorrei che ci lasciassero lavorare». Intanto aspetta molto il capo lumbard dalla manifestazione leghista dell'8 dicembre a Roma. Spallata alla giunta Raggi? «Roma è a pezzi, ma non è vero quello che ho letto, cioè che stiamo facendo una Opa ostile al Campidoglio. La Raggi, come è evidente a tutti, ha sbagliato molto è fatto poco, non lo dico io ma i cittadini romani. Non ha certo fatto il massimo. Ma l'8 dicembre sarà un bagno d'Italia, un nuovo sprint perché in questo Paese c'è ancora molto da fare anche se noi in 5 mesi abbiamo fatto molto più di Renzi e di Gentiloni in 5 anni». E la Tav probabilmente si farà, ma chissà: quel che è certo è che sul resto delle infrastrutture e dello sviluppo il leader leghista non vuole concedere nulla. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino