Parole choc del boss mafioso Giuseppe Graviano. «Non racconterò mai a nessuno come ho concepito mio figlio mentre ero al carcere duro, perché sono cose intime...
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Fino a pochi anni fa si pensava che Giuseppe Graviano e suo fratello Filippo avessero fatto ricorso all'inseminazione artificiale. Invece, erano riusciti a organizzare una notte d'amore all'Ucciardone. «Mi sentivo che tutti mi prendevano per pazzo. Pure mia moglie, con tutta la sua famiglia. Tutti, tutti che mi prendevano per pazzo. Ma quando ci sono riuscito ed è uscita incinta mi è finito quel tremolizzo...», aveva detto nelle intercettazioni. Anche Filippo Graviano è riuscito a diventare padre in carcere. Si chiamano tutti e due Michele i figli dei boss, come il nonno, ucciso a Brancaccio. E quando il pm gli legge alcuni passaggi si innervosisce e dice imbarazzato: «Dotto', ma perché mi deve leggere queste cose? Cosa c'entrano con il processo. Non interessa niente a nessuno...». E aggiunge: «Si figuri se andavo a raccontare ad estranei quello che facevo con mia moglie», e mette in dubbio le trascrizioni delle intercettazioni.
E oggi racconta al Procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo: «Sono venuti tanti colleghi a chiedere, non venivano autorizzati i permessi». Insomma, ribadisce che ci è riuscito grazie a una «distrazione» di alcuni agenti del Gom. Poi racconta la sua storia d'amore con la moglie Bibbiana. «Quando cominciai a ricevere le ordinanze di custodia cautelare per gli omicidi di Salvo Lima e del procedimento Agate +59 con imputazione di stragi, Libero Grassi, ero con la mia allora fidanzata in barca sul lago. E le dissi: »Vatti a fare la tua vita«. Ma lei non ne ha voluto sapere niente. Anche quando venni arrestato le dicevo dal carcere di farsi la sua vita». «Invece lei è voluta restare con me e così le dissi di preparare i documenti e di sposarci - racconta ancora Giuseppe Graviano - E ci siamo sposati. Ma certo non dormivamo in cella assieme, come è stato scritto». E spiega: «I miei figli non dovevano nascere in Italia e infatti sono nati in Svizzera».
Il Mattino