Cisl, Sbarra: «Green pass, obbligo per tutti. Bonomi vigili sui licenziamenti»

Cisl, Sbarra: «Green pass, obbligo per tutti. Bonomi vigili sui licenziamenti»
Segretario Sbarra, sull'obbligo del green pass vi accusano d'essere ambigui e di scaricare sulla politica, con la richiesta di una legge ad hoc, le vostre incertezze. ...

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Segretario Sbarra, sull'obbligo del green pass vi accusano d'essere ambigui e di scaricare sulla politica, con la richiesta di una legge ad hoc, le vostre incertezze.

«Guardi, per noi il vaccino rimane l'unica vera arma che potrà portarci fuori dalla pandemia risponde Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl -. Per questo chiediamo al Governo ed al Parlamento di approvare urgentemente una legge che introduca l'obbligo vaccinale per tutti i cittadini. Stiamo vivendo ancora una fase delicata e ciascun soggetto deve esercitare le proprie prerogative, senza ambiguità, senza scorciatoie o vie surrettizie. La svolta sull'obbligo del vaccino spetta solo al legislatore. Noi la sosterremo convintamente, come abbiamo più volte affermato in queste settimane».

Il presidente di Confindustria, Bonomi, a Rimini ha detto però che le imprese sono pronte a definire con i sindacati nuovi protocolli per il green pass sui luoghi di lavoro. Perché non vi fidate?
«La Cisl si è mostrata disponibile ad aggiornare, rafforzare e adeguare i protocolli già il 2 agosto, in occasione di un vertice con il premier Draghi. In quell'occasione abbiamo anche detto al Presidente del Consiglio che avremmo sostenuto un'eventuale legge sull'obbligo vaccinale. A Confindustria diciamo di concentrarsi per allargare i punti di vaccinazione nei luoghi di lavoro e di evitare fughe in avanti con iniziative improvvide ed unilaterali, di far rispettare alle proprie associate l'avviso comune contro i licenziamenti. È su questi capitoli che dovremmo lavorare unendo sforzi e risorse, non gettando benzina sul fuoco».

Ma la diffusione della variante Delta rischia di frenare la ripartenza. Quanto è reale questo pericolo?
«Non bisogna abbassare la guardia. Per questo ci riconosciamo pienamente nelle parole del Presidente Mattarella: bisogna portare avanti con coerenza il piano vaccinale ed affrontare il lungo cammino della ricostruzione con la bussola della coesione e della corresponsabilità, costruendo insieme, scongiurando divisioni e conflitti, avanzando verso obiettivi strategici condivisi. Questo vale anche più in generale per le politiche di sviluppo del Paese e per l'attuazione del Pnrr. La diffusione della variante Delta si combatte anche con un grande senso di comunità».

Scuola: secondo lei su trasporti e obbligo di vaccinazione per i docenti si è fatta tutta la chiarezza possibile?
«Il 24 agosto avremo un nuovo incontro con il ministro dell'Istruzione per affrontare il tema e fare chiarezza. Noi vogliamo che siano garantite le condizioni per una ripresa in sicurezza delle attività scolastiche in presenza, attuando tutti i punti del protocollo firmato alcuni giorni fa dai sindacati di categoria. Abbiamo rivendicato un confronto serio con il Governo chiedendo anche un cambiamento nella gestione del trasporto pubblico che rimane un nodo cruciale e su cui non si sta facendo praticamente nulla».

Il governo sta rivedendo la prima bozza del provvedimento anti-delocalizzazioni che ha subito sollevato molta preoccupazione tra le imprese. Che ne pensa?
«Ci sembra che la norma a cui pensa il Governo sia condivisibile, equilibrata e collaudata. Le preoccupazioni delle imprese ci appaiono fuori luogo. La legge in questione è ispirata al modello francese. E la Francia non ci sembra uno Stato sovietico o dirigista. Qui si tratta di imporre alle multinazionali e ai grandi gruppi di non usare l'Italia come una terra da sfruttare e poi abbandonare. Bisogna reintrodurre una responsabilità sociale nelle strategie d'impresa. I lavoratori e le loro famiglie non sono merci, non si può comunicare con un semplice tweet la cessazione delle attività solo per meri interessi finanziari. Occorre informare adeguatamente e preventivamente le rappresentanze sindacali e istituzionali, presentare adeguati piani sociali per salvaguardare produzioni e posti di lavoro, competenze e professionalità».

Politiche attive del lavoro e Mezzogiorno: al di là degli annunci il governo non dovrebbe rivedere il peso delle misure assistenziali su cui si sono adagiati troppi disoccupati?


«Dobbiamo costruire un sistema di protezione sociale moderno in cui chiunque goda di un trattamento di sostegno al reddito deve essere accompagnato da un percorso di formazione e riqualificazione. La formazione delle nuove competenze soprattutto digitali è la grande sfida del paese, soprattutto nel Mezzogiorno, per far uscire le persone dalla solitudine, dall'inattività ed anche per combattere il lavoro nero e lo sfruttamento. Noi chiediamo un grande piano nazionale per la formazione e la crescita delle competenze con un nuovo raccordo scuola-lavoro. In tal senso è stato un piccolo segnale lo stanziamento di 50 milioni di euro nel Decreto del 30 giugno per sostenere percorsi di formazione e adeguamento professionale per i percettori di Cassa integrazione e Naspi. Questa è la strada giusta».
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Il Mattino