«Il mondo è in fiamme», è il clima la vera emergenza. Anche in tempi di coronavirus. La generazione Greta riparte da Bristol, città universitaria...
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La battaglia
Fra slogan e cartelli in inglese come in svedese, omaggio alla 17enne attivista scandinava divenuta ormai simbolo e capopopolo globale nella battaglia ambientalista per il futuro del pianeta. L'occasione è stata offerta da una delle manifestazioni di protesta giovanile ispirate dall'esempio di Greta a Bristol come in numerose altre città dell'Europa e del mondo. Un'iniziativa denominata Bristol Youth Strike 4 Climate e promossa in forma di «sciopero». Con l'invito agli studenti a disertare per un giorno le lezioni, come la stessa Greta iniziò a fare due anni fa per denunciare 15enne dinanzi al Parlamento di Stoccolma l'inazione imputata ai governi sul surriscaldamento della Terra.
All'appello hanno risposto in tanti, tantissimi, pure in una città blindata con decine di strade chiuse al traffico e presidi di agenti ovunque.
L'emergenza
Il suo j'accuse è echeggiato ancora una volta. «Non si sta facendo nulla per arginare l'emergenza» climatica, ha ripetuto con voce piana quanto ferma. «Ma non ci metteranno a tacere, perché noi siamo il cambiamento», ha proseguito prima di rivolgersi in tono di sfida direttamente al mondo degli adulti e della politica: «Il cambiamento verrà, vi piaccia o meno, non resterò zitta mentre il mondo è in fiamme».
Gli applausi
Parole in grado di scuotere una piazza che non ha mancato d'inneggiare ripetutamente al suo nome - « Greta, Greta!» -, strappandole infine un accenno di sorriso prima dell'invito a mettersi «in marcia». Parole che sicuramente torneranno a risuonare nei prossimi giorni, quando Greta Thunberg - dopo aver incontrato a Bristol in questi giorni un altro simbolo d'impegno giovanile, la premio Nobel per la pace Malala, e scambiato con lei congratulazioni e riconoscimenti reciproci online - sarà a Bruxelles su invito dei vertici Ue per partecipare il 4 marzo niente meno che a una riunione della Commissione europea, per rivolgersi all'Europarlamento e per animare il 6 un altro raduno di piazza nella capitale belga. Con successive tappe già in agenda poi in Francia, tra Parigi e Grenoble. E nella speranza che il suo messaggio, inviti ufficiali e sorrisi a parte, inizi a far breccia davvero tra i muri dei palazzi del potere. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino