«Greta Thunberg? La metterei sotto con l'auto». A dirlo, parlando a Un Giorno da Pecora su Radio2, è stata Maria Giovanna Maglie. «Una battuta»,...
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«Adesso non si può più dire male di Greta perché mi hanno detto che ha la sindrome di Asperger, cioè è malata di autismo, allora a quel punto il politically correct e anche il buon senso mi vietano di dire quello che avrei detto se fosse stata sana: che l'avrei messa sotto con la macchina. Ma non si può dire», ha detto la giornalista Maria Giovanna Maglie, ospite del programma satirico di Rai Radio1 condotto da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari.
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«Ma non si può dire», l'hanno incalzata a loro volta i conduttori. E Maglie: «Ma sapete quanti esseri umani metterei sotto con la macchina?». Su Twitter la Maglie ha poi chiarito il senso di quella che ha definito «una battuta durante una trasmissione di satira e di scherzo. L'esercito del #politicallycorrect è sempre #incinta». Scrivendo a Dagospia, Maria Giovanna Meglio ha quindi spiegato meglio il suo punto di vista: «Premetto che non me ne può fregare di meno, aggiungo che non mi scuso perché non c'è niente di cui scusarsi. "Un giorno da pecora" è una trasmissione molto simpatica, dove mi sono divertita e tornerò volentieri se mi vorranno invitare di nuovo dopo questo casino, molto piacevole, nella quale si scherza e si esagera», esordisce.
E poi ribadisce: «Io ho osato fare una battuta, che può far ridere o meno, non mi pare questo il punto, che poi è una frase che a Roma si dice sempre, "te metterei sotto co' la machina", specificando poi che lo farei anche con altri che mi stanno antipatici e mi basterebbe naturalmente un colpetto su un piede, nessun omicidio. Solo che ho osato toccare la ragazzina simbolo del politically correct. Una gigantesca macchina di propaganda della quale è il terminale sfruttato e strumentalizzato, e che viene raccontata bene in alcuni articoli evidentemente non letti o tenuti nascosti, che ha mandato ieri in Piazza milioni di bambini e ragazzi per i quali, guardare le interviste, il cambio di clima è conseguenza dello spread e simili amenità. Naturalmente la giornata dedicata al pericolo che incombe non poteva essere una domenica, meglio un bello sciopero di giorno feriale, meglio se il giorno prima del fine settimana».
E ancora: «Mi sono presa e mi sto prendendo la mia dose di insulti livorosi e sanguinosi, che partono da Craxi per arrivare a Salvini, vecchi e nuovi tiranni invisi al mondo; insulti che non brillano per argomentazioni, tutto una ciccia e merda, evidentemente si parla di ciò che si conosce, e minacce di morte, che evidentemente però a differenza della mia battuta sono legittimi e giustificati.
Il Mattino