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Più insicuri e più incerti, più fragili e poi sfiduciati: dopo il Covid, un’altra tegola e no, questa della guerra proprio non ci voleva. Ecco, ci si sente così dopo due mesi di conflitto tra Russia e Ucraina. Gli italiani - basta ascoltarli nelle loro conversazioni, spiarli nel bar e nei luoghi di lavoro, seguirli-seguirci nella vita familiare - pensavano che si sarebbe risolta in pochi giorni la presunta guerra la lampo e invece si trovano di fronte a una crisi che potrebbe continuare chissà quanto e non è detto affatto, come il premier cerca di far capire, che non si tradurrà in sacrifici materiali per noi tutti. E nell’impennata dei prezzi dei consumi, non solo quello energetici, che già sta cominciando. I trasporti delle merci costano di più, e potrebbero salire ancora e nei mercati rionali e nei grandi store la preoccupazione e sulle bocche di tutti.
L'incertezza
Due mesi all’insegna della paura generalizzata - ma davvero c’è il rischio bomba atomica? - e della stanchezza che ha subito preso il posto o meglio si è affiancata alla sincera voglia di accoglienza da parte degli italiani brava gente: ma quando finisce questa follia del conflitto? Perché non si sbrigano a trovare la pace? Il forte incremento dell’incertezza è sotto gli occhi di tutti.
La guerra c'è
Paura e fragilità e si guarda alle nostre esistenze non più come se fossero blindate - il Covid ci ha abituato a sentirci precari - ma come un patrimonio non stabile e continuamente minacciato. Si pensa alle vacanze estive, si parte per il ponte del 25 aprile e poi per il primo maggio, si cerca di vivere come se non ci fosse la guerra ma la guerra c’è e speriamo bene. Regalare l’Ucraina a Putin in cambio della nostra tranquillità? Molti lo pensano, i più si sforzano di non dirlo, e tuttavia il desiderio si muove nella coscienza ao cosenza collettiva del torniamo subito alla normalità - a meno che dopo la pandemia e dopo i massacri in Ucraina non arrivi l’invasione degli ultracorpi - è il sentimento che accomuna tutti, interclassista e intergenerazionale, politicamente misto e insomma: molta pietà per le vittime ma vittime ci sentiamo - quanto durerà il prezzo calmierato della benzina? - anche noi. Finché la bolletta non raggiunge il livello stangata, il fronte interno italiano dopo due mesi ne reggerà ancora altri: ma, appunto, occhio ai rincari sennò quaggiù si rischia di diventare tutti, sotto sotto, putiniani. Senza che lo zar se lo meriti minimamente.
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Il Mattino