«Sono già 50 i morti di colera e l'emergenza acqua è gravissima. I pozzi sono contaminati e tra le priorità assolute c'è quella di...
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«Sono partiti i primi elicotteri per la ricognizione delle aree devastate dall'uragano e voli umanitari, ma il grosso degli interventi deve essere via terra e le frane, gli smottamenti, il crollo di almeno due ponti rendono impraticabili le strade. Sono state danneggiate le piantagioni di riso, di cacao, sono stati compromessi gli allevamenti di bestiame e le carcasse di animali in putrefazione aggravano l'emergenza sanitaria», dice ancora Costa, prevedendo «anni» per tornare a un minimo di normalità.
Haiti era già un Paese fragile con infrastrutture carenti e un alto tasso di insicurezza, dove il colera è endemico, ricorda la delegata della Croce Rossa, e ora «bisogna trovare il modo più veloce per aiutare 350.000 persone in stato di bisogno. Finora sono stati sistemati in scuole e in ripari sicuri 61.000 sfollati, ma per molti non c'è neppure questa possibilità. Sono 178 le scuole danneggiate e inagibili».
La Federazione internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa ha lanciato un appello urgente per trovare 6,8 milioni di franchi svizzeri (6,2 milioni di euro) da destinare ai soccorsi, agli aiuti medici, all'assistenza igienico-sanitaria per 50.000 persone, aggiunge Costa. «Serve ancora più aiuto per le fasce deboli: i bambini, i disabili, i detenuti». «Ma i numeri aumenteranno e per avere un' idea chiara dei morti, degli sfollati, dei danni, delle necessità ci vorrà almeno una settimana». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino